Catania, il clan per il recupero dei crediti. Tra gli arrestati, anche piccoli imprenditori

“Importante operazione finalizzata a intervenire sul territorio nei tempi più rapidi possibili, mediante il coordinamento delle forze di Polizia che risulta una metodologia di lavoro molto efficace così che gli imprenditori possono smettere di pagare il pizzo, mentre noi facciamo le indagini .”

Così ha esordito  il Procuratore della Repubblica di Catania, Giovanni Salvi in conferenza stampa, stamattina, per illustrare i dettagli dell’operazione che ha portato all’arresto  di 9 persone, ritenute  appartenenti al clan dei Laudani, per i reati di estorsione e rapina.

“Il Coordinamento tra la Direzione Distrettuale Antimafia ha accorciato i tempi d’indagine – continua  Salvi – e i reparti operativi di Polizia e Carabinieri che hanno seguito le indagini sfociate negli arresti di oggi, di importanti esponenti del clan Laudani, soprannominati “mussi i ficurinia”, indagini, in un caso, iniziate con una denuncia presentata nel maggio 2013″ questa metodologia ci ha permesso di assestare significativi arresti nel clan Santapaola -oggi la stessa cosa con rappresentanti dei Laudani”.

Il Comandante Provinciale dei Carabinieri Colonnello, Casarsa, ha esposto  i particolari  dell’indagine svolta in ambienti mafiosi che coinvolge varie attività imprenditoriali, da quella dei fuochi d’artificio ai paninari con i furgoncini.

La particolarità dell’operazione consiste nel coinvolgimento di alcuni imprenditori che si erano rivolti ai malavitosi per recuperare e riscuotere crediti vantati da altri imprenditori. Gli inquirenti hanno ritenuto questo reato tanto grave che per i presunti responsabili sono stati chiesti e ottenuti gli arresti nel carcere di piazza Lanza, anche se non avevano precedenti penali.

Sotto,  il comunicato stampa con i nomi degli arrestati:
“Nelle prime ore della mattinata di oggi, i Carabinieri del Comando Provinciale di Catania hanno dato esecuzione ad 11 ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico di appartenenti al clan Laudani, intesi mussi i ficurinia, responsabili, tra l’altro, dei reati di rapina e estorsione, aggravati dall’aver agito avvalendosi delle condizioni previste dall’art. 416 bis e al fine di agevolare il sodalizio d’appartenenza.

L’attività di indagine, condotta dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale dei Carabinieri di Catania ed in parte dalla Squadra Mobile della Questura di Catania, coordinati dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia, scaturisce dalle denunce presentate da alcune vittime di estorsione le quali, stanche delle continue violenze e vessazioni, si sono rivolte alle Istituzioni.

La prima vittima, un imprenditore edile di Mascalucia (CT), nel luglio del 2011, subiva prima la rapina di un proprio mezzo, poi una aggressione e gravi lesioni personali ad opera DI ANASTASI Filippo e FOSCO Antonino, i quali agivano per costringerlo a pagare un presunto debito di E. 25.000,00 nei confronti dei piccoli imprenditori SPINA Giovanni ed INDELICATO Domenico, questi ultimi parimenti destinatari della presente ordinanza custodiale.

Le indagini relative a tale estorsione venivano svolte con il contributo determinante della Squadra Mobile della Questura di Catania, che provvedeva ad escutere l’imprenditore ed a svolgere i primi accertamenti.

La seconda estorsione, consumata almeno sino al luglio del 2010, riguarda il titolare di una fabbrica di fuochi d’artificio di Santa Venerina (CT) il quale veniva avvicinato da PARTINI Gianluigi, FILETI Stellario e SCARAVILLI Omar che, dopo averlo derubato di un grosso quantitativo di articoli pirotecnici posti sotto sequestro, pretendevano che pagasse per la riconsegna del materiale trafugato la somma di E. 15.000,00. La vittima era costretta a pagare la somma di E. 8.000,00, nonché a consegnare ai suoi aguzzini anche 17 bancali di fuochi di artificio.

La terza estorsione viene commessa, nel maggio del 2010, da SCARAVILLI Ornar in danno di un imprenditore edile di Valverde, costretto al pagamento di una somma per la “messa a posto” pari a 9.000 ed alla successiva consegna di 600 euro mensili a titolo di “pizzo”.

La quarta estorsione è del maggio del 2013, commessa da SCARAVILLI Ornar, PELLEGRITI Luca Agatino e SPANO’ Nunzio in danno di un imprenditore dolciario di Bronte, il quale veniva costretto, attraverso reiterate e gravi minacce, a ritirare l’istanza di fallimento presentata nei confronti di una ditta riconducibile ad uno dei tre soggetti nei confronti della quale vantava un credito di circa 400.000 euro.

Nell’ordinanza si fa altresì riferimento ad un episodio di aggressione al titolare di una trattoria, commesso da FOSCO Antonino e SCARAVILLI Ornar, motivato da banali questioni sull’orario di prenotazione di un tavolo, le cui indagini sono state condotte dalla Squadra Mobile di Catania.

Per la prima volta sono state disposte ordinanze custodiali in carcere, nonostante l’incensuratezza degli indagati, nei confronti altresì dei piccoli imprenditori che avevano fatto ricorso all’intervento dei mafiosi per ottenere la restituzione dei loro crediti.
Gli arrestati, dopo le formalità di rito, sono stati tradotti presso il carcere di Catania-Bicocca in attesa dell’interrogatorio di garanzia che si svolgerà nei prossimi giorni. Due soggetti, colpiti dal provvedimento, risultano attualmente irreperibili e sono attivamente ricercati”.


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