Caso Molino, ok a risarcimento di oltre 8mila euro Tribunale del lavoro dispone invio atti alla procura

Escluso il danno non patrimoniale da menomazione permanente dell’integrità psico-fisica, sussiste invece
il danno per inabilità parziale temporanea. Questa la decisione della giudice Caterina Musumeci che completa la sentenza di reintegro del giornalista Nuccio Molino nel suo ruolo di capo ufficio stampa al Comune di Catania. Il tribunale del lavoro di Catania aveva dato ragione al professionista nel dicembre scorso. Nel periodo 2013-2015 Molino avrebbe subito un ingiustificato «demansionamento, mortificazione sul piano professionale e la volontaria marginalizzazione e allontanamento del lavoratore dal settore strategico dell’ufficio stampa». Dalla vicenda era anche scaturito un filone sul piano penale, finora culminato nell’archiviazione delle indagini che coinvolgevano anche l’ex sindaco Enzo Bianco. Adesso il giudice del lavoro ha disposto la trasmissione alla procura degli atti che arricchiscono il quadro del caso Molino. 

La cifra del risarcimento, «tenuto conto di quanto – circa 40mila euro – già liquidato a titolo di danno professionale nella sentenza non definitiva in atti», viene quantificata dalla giudice Musumeci in complessivi 8.370,18 euro, cui dovranno aggiungersi, per «il mancato tempestivo godimento dell’equivalente pecuniario del bene perduto, gli interessi legali a decorrere dalla data di inizio della condotta illecita (24 luglio 2013) al soddisfo» con criteri di calcolo specificati nel dispositivo. Il magistrato ha confermato la posizione dei consulenti tecnici d’ufficio Pietro Rinella e Giuseppe Fichera: fra il 2013, anno dell’insediamento di Bianco al Comune, e il 2015, Molino presentava disturbi che ne determinavano un danno biologico valutabile in misura pari al sei per cento»

La linea difensiva del Comune aveva invece parlato di «un danno assolutamente infinitesimale, privo di reale rilievo giuridico». Secondo però il tribunale del lavoro etneo «il risarcimento del danno, che anche se di lieve entità, non può qualificarsi futile in quanto non consistito in meri disagi o fastidi ma in una alterazione delle normali capacità psichiche». Danno sofferto da Molino, si legge ancora, «per un periodo di certo non trascurabile e per effetto di una condotta del datore di lavoro contraria agli obblighi discendenti dalla legge». 

Rigettata invece, come detto, la domanda di risarcimento del danno non patrimoniale per menomazione psico-fisica permanente. La parte ricorrente aveva chiesto nel complesso una cifra che superava i 200mila euro. Il tribunale ha inoltre condannato il Comune al pagamento di 690 euro in favore dei consulenti Rinella e Fichera, e al pagamento di tre quarti delle spese di lite. Molino, intanto, ha ripreso in concreto il suo posto di lavoro solo da poche settimane: uno dei primi atti varati dal nuovo sindaco Salvo Pogliese è stato proprio il reintegro del giornalista nel ruolo di capo ufficio stampa. Dopo un lungo peregrinare fra vari uffici negli ultimi cinque anni – dalla direzione Sport allo stadio Massimino, a Cibali, all’ufficio Politiche comunitarie di palazzo Gandolfo passando per il vecchio ufficio relazioni con il pubblico di via Manzoni – Nuccio Molino può ora contare su una scrivania al primo piano di palazzo degli Elefanti


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