Caso Maniaci, il processo fermo da quasi sei mesi «Possibile che un teste abbia tutti questi impegni?»

«Ragioni di servizio». Salta per la terza volta uno degli esami più attesi, forse, del processo a carico del giornalista Pino Maniaci, accusato di tentata estorsione e diffamazione. A far sentire la sua mancanza in aula è il maggiore Marco De Chirico, ex capitano dell’arma di Partinico, che dovrà essere ascoltato in merito ai fatti che riferì, all’epoca delle indagini, al pm Vittorio Teresi. Impedimenti di servizio non gli hanno consentito di presentarsi questa mattina davanti al giudice, si dovrà attendere ancora fino al 21 giugno. Inutile il tentativo della pm Amelia Luise di invertire l’ordine delle testimonianze e di procedere ascoltando prima il cronista di Telejato, per recuperare i mesi perduti fino ad oggi.

«Invertire l’ordine e sentire prima l’imputato rispetto al teste dell’accusa significherebbe spiegare in anticipo la nostra strategia difensiva, prima ancora di sentire il capitano, non potevamo accettare questa proposta», spiega l’avvocato Bartolo Parrino, legale di Maniaci insieme all’avvocato Antonio Ingroia. «Vogliamo prima sentire lui, mantenendo il normale ordine con cui vengono ascoltati i testi citati, altrimenti lui avrebbe tutto il tempo di studiare quanto riferito da Maniaci, questo non ci sta bene», ribadisce lui. «Sembra che abbia poca voglia di venire al processo – osserva ironico anche l’avvocato Ingroia -. Non credo ovviamente che dietro ci sia alcuna strategia, anche perché entro l’anno dovrà comunque essere ascoltato».

Ironia a parte, il processo è al palo da mesi e l’assenza del capitano ha praticamente bloccato tutto, alimentando l’impazienza del cronista di Partinico. «Credo che De Chirico per l’accusa rappresenti un elemento centrale, visto che una volta ascoltati i vari testi dell’accusa un po’ il processo si è, come dire, molto alleggerito – commenta Maniaci -, visto soprattutto le dichiarazioni fatte da Salvo Lo Biundo (ex sindaco di Partinico ndr) e la confusione che c’è con l’ex sindaco di Borgetto, Gioacchino De Luca, comune sciolto per mafia. Insomma, credo davvero che il capitano De Chirico sia per la pm un teste importante, ma non capisco come faccia ad avere tutti questi impegni, sono passati sei mesi. E poi ci sono una serie di concomitanze con Caltanissetta che lasciano pensare», e il riferimento è al processo attualmente in corso davanti ai giudici nisseni a carico di Silvana Saguto, ex presidente della sezione Misure di prevenzione, accusata insieme a presunti complici di aver messo in piedi un sistema illecito, il cosiddetto cerchio magico, alle spalle della gestione dei beni confiscati alla mafia.  


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