Il presidente Udc invitato a Catania per tenere una lectio magistralis dal rettore Antonino Recca, fino allo scorso anno coordinatore regionale dello stesso partito. Un'occasione per discutere di autoriforma della politica, secondo l'ateneo. Solo una vetrina, invece, secondo i ragazzi del collettivo Scienze politiche e Movimento studentesco catanese che hanno interrotto la lezione con una protesta. «Il Magnifico? Ormai è chiaro, vuole solo fare il senatore»
Casini a Scienze Politiche, Msc contesta «È campagna elettorale del rettore»
Prima l’invito a Rocco Buttiglione, deputato Udc, per parlare di laicità all’università di Catania. «Poi la laurea honoris causa a Francesco Bellavista Caltagirone, imprenditore e suocero di Pierferdinando Casini, presidente Udc». Infine l’invito a quest’ultimo, stamattina, alla facoltà di Scienze Politiche per una lectio magistralis su L’autoriforma della politica. «È solo l’ultima delle provocazioni del rettore dell’ateneo etneo Antonino Recca, fino allo scorso anno coordinatore regionale dell’Udc – urlano al megafono i ragazzi del collettivo Scienze politiche e Movimento studentesco catanese – Ormai si è capito che vuole fare il senatore. Casini, lo candidi e liberi la città». Dall’università nessuna risposta, meno che su un punto: il suocero del presidente dell’Udc è Francesco Gaetano Caltagirone, quasi omonimo del cugino Francesco Bellavista che ha ricevuto l’onoreficenza nell’ottobre del 2009.
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Un uso privato di una istituzione pubblica, secondo gli studenti. Che stamattina hanno organizzato una protesta a sorpresa. Quando Pierferdinando Casini arriva, intorno alle 10, tutto tace. Gli unici a fare ressa sono i giornalisti. Già seduti in aula si trovano invece diversi studenti: una circostanza che deve aver fatto piacere sia al Magnifico che all’onorevole – ancora ignari – che ringraziano i ragazzi con calore. Ma Casini non fa in tempo a parlare che una fila intera di studenti si alza e srotola uno striscione: Nessuna lezione dall’Udc. Matteo Iannitti, megafono alla mano, espone le ragioni della protesta. «Non possiamo accettare che l’università di Catania diventi la sede della campagna elettorale dell’Udc in città», urla. Un accenno al sostegno del partito al governo Monti – «che ci rende schiavi delle banche» – e poi l’invito all’onorevole a portare con sé il rettore a Roma.
Casini ascolta, si dice «orgoglioso di appoggiare il governo» e passa ad altro. Da quel momento in poi, però, poche telecamere restano puntate su di lui. I più seguono i ragazzi del Msc fuori dall’aula. «Dico la verità – ammette dopo il leader Udc – conosco Recca, siamo amici, per questo mi ha invitato. Ma l’università dev’essere sempre la sede in cui si ritrova il modo di confrontarsi».