Antonio Fiumefreddo, il presidente di Riscossione Sicilia, commenta la misura del governo Renzi inserita nel decreto legge sul Bilancio 2017. «Già da ora si può pagare solo la tassa netta», spiega a MeridioNews. Intanto il sottosegretario di voler passare alla gestione dell'Agenzia delle entrate
Cartelle esattoriali, via gli interessi pure in Sicilia E Faraone annuncia di voler abolire Riscossione
Abolire interessi e more convincerà i siciliani a saldare i propri debiti col fisco. Ne è convinto Antonio Fiumefreddo, il presidente di Riscossione Sicilia, alla luce dell’annuncio del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, della rottamazione delle cartelle esattoriali. La misura, inserita nel decreto legge Bilancio 2017, è immediatamente operativa e, secondo l’avvocato catanese, avrà effetti positivi sia per i contribuenti che per le casse pubbliche. «Siamo convinti che larga parte di chi rientra tra gli evasori è fatta da persone e società che vorrebbero pagare, ma che finora non ce l’hanno fatta – spiega Fiumefreddo a MerdioNews -. Questo perché interessi e more facevano lievitare le cartelle esattoriali».
L’impegno a rientrare dai debiti – presentata da Renzi con l’espressione voluntary disclosure – consentirà dunque di pagare soltanto l’importo del tributo, più l’aggio nei confronti dell’ente di riscossione. «Quello rimarrà al sei per cento, ma i vantaggi per i cittadini saranno decisamente di più – chiarisce Fiumefreddo -. Come Riscossione Sicilia, già diversi mesi fa, ci siamo fatti promotori di questa istanza nei confronti del governo nazionale. Per noi è sbagliato considerare tutti alla stregua dei grandi evasori. Accanto a chi non paga perché vuole fare il furbo, c’è anche chi vorrebbe farlo ma per motivi diversi non ha potuto». Pagare meno, quindi, per pagare tutti. «Non sappiamo ancora stimare di quanto aumenteranno le entrate per la Regione, ma siamo certi che faremo uno scatto in avanti». Al momento, la capacità di recupero crediti da parte di Riscossione Sicilia si è attestata a un eloquente undici per cento. «Prima della mia gestione eravamo fermi all’otto – sottolinea l’avvocato – ma è chiaro che rimangono percentuali esigue, che vanno innalzate».
Dal presidente dell’ente arriva poi un suggerimento ai contribuenti. «Già da adesso chi riceverà una cartella esattoriale potrà pagarla versando il netto, senza contare le voci aggiuntive. L’invito è a pagarle, senza attendere un ricalcolo da parte dell’ente, perché la nuova norma non autorizza a venire meno ai propri doveri», chiarisce.
Tra gli annunci del presidente del Consiglio c’è stato, inoltre, quello della prossima chiusura di Equitalia, la società a capitale pubblico (51 per cento Agenzia Entrate, 49 per cento Inps) che fino a oggi ha avuto il compito di recuperare i crediti in tutto il Paese. Eccetto nell’Isola, dove la competenza è appunto di Riscossione Sicilia. Al posto di Equitalia ci sarà Equientrate, agenzia che sarà sotto il controllo diretto dell’Agenzia delle Entrate. La novità, tuttavia, non avrà per il momento riflessi in Sicilia.
«Per Riscossione non cambierà nulla – spiega Fiumefreddo -. Ma più in generale ritengo che la chiusura di Equitalia riguarderà perlopiù una modifica nell’organizzazione del sistema esattoriale. Oltre al fatto che era necessario inviare un segnale di cambiamento, visto che oramai Equitalia aveva un’immagine prettamente vessatoria». Parole che però non sembrano corrispondere alla volontà politica del governo, almeno stando a quanto dichiarato oggi dal sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone. «Dopo Equitalia aboliamo anche Riscossione Sicilia – ha detto -. Già da tempo è in corso un’interlocuzione per far rientrare le competenze di Riscossione Sicilia dentro Equitalia. Con l’abolizione di Equitalia si presenta una occasione perfetta anche per la Sicilia».
Secondo Faraone «l’abolizione di Riscossione Sicilia rappresenterebbe una semplificazione amministrativa, un risparmio per le casse pubbliche regionali e un vantaggio per i siciliani analogo a quello che avranno tutti gli italiani con l’abolizione di Equitalia. Sarebbe ingiusto ed inutilmente vessatorio – ha aggiunto il braccio destro di Renzi nell’Isola – lasciare i siciliani in una condizione diversa dal resto del Paese. Con l’abolizione, invece, tutto passerebbe sotto l’Agenzia delle Entrate che ha le competenze per gestire la riscossione con una opportuna interlocuzione con i cittadini».