Al Centro d'accoglienza per richiedenti asilo di Mineo è nata una vera e propria società calcistica che domenica esordirà contro il Biancavilla nel campionato di Terza categoria. «Il calcio è strumento d'integrazione e questi ragazzi sono davvero forti, intelligenti ed educati. Finora abbiamo vinto tutte le amichevoli», spiegano i due giovani allenatori. Nonostante le difficoltà burocratiche legate alla mancanza del permesso di soggiorno, la Federazione ha dato il via libera. Così anche la cittadina del Calatino avrà il suo speciale derby
Cara, la squadra di calcio in Terza categoria «I primi in Italia in un campionato Figc»
Anche Mineo quest’anno avrà il suo derby calcistico. Un inedito reso possibile dalla nascita dell’associazione Asd Cara Mineo, una squadra formata interamente dai migranti ospiti del Centro d’accoglienza per richiedenti asilo, 25 giocatori in rappresentanza di diverse nazionalità: Gambia, Mali, Camerun, Nigeria, Somalia, Burkina Faso. È l’Africa a farla da padrone: i ragazzi del continente nero hanno superato rigide selezioni per entrare a far parte della rosa che, risolte le numerose difficoltà burocratiche, potrà scendere in campo domenica contro il Biancavilla per l’esordio nel campionato di Terza Categoria.
«È la prima volta in Italia che una squadra di richiedenti asilo partecipa ad un regolare torneo della Figc», commenta con orgoglio Ivana Galanti, vicepresidente dell’associazione. Sono stati molti gli ostacoli da superare, soprattutto la mancanza dei permessi di soggiorno e della residenza. Ma alla fine la Federazione ha dato il via libera. La squadra esordisce a campionato in corso, sono state disputate già le prime tre giornate che i ragazzi del Cara dovranno adesso recuperare. Ma gli allenatori Gianluca Trombino e Giuseppe Manzella hanno piena fiducia nei loro ragazzi: «Hanno voglia di giocare, sono intelligenti, educati, si allenano tutti i giorni e si rispettano. Più che una squadra, siamo una famiglia», affermano. Un piccolo miracolo all’interno del Cara più grande d’Europa, al centro spesso di rivolte e violenze. «Il calcio è il miglior strumento per l’integrazione – spiega mister Manzella, 30 anni e un passato recente tra i campionati dilettantistici con qualche stagione anche in serie C con l’Acireale – Siamo contenti che per una volta si parlerà positivamente del Centro di Mineo».
Al Cara una squadra informale esisteva già da tempo. Ogni giorno 150 ospiti, in rappresentanza di decine di nazionalità, si allenano sul campetto all’interno del Residence degli aranci. «Un bacino enorme di potenziali calciatori tra cui è stato molto difficile scegliere», sottolinea l’allenatore. E, a giudicare dalle amichevoli fin qui disputate, l’Asd Cara Mineo fa già paura ai suoi avversari. «Le abbiamo vinte tutte con risultati netti, anche contro squadre che militano in Eccellenza, cinque categorie più avanti rispetto a noi». Le sfidanti, dal Biancavilla – primo avversario da affrontare in trasferta domenica – alla Pro Librino, fino ai cugini del Mineo, sono avvertiti.
I costi sono stati sostenuti dal consorzio che gestisce il Cara: 1.200 euro per l’iscrizione annuale al campionato di Terza categoria, più le assicurazioni per i 25 giocatori, le divise biancoblu e i borsoni. Per le trasferte verrà messo a disposizione il pullmino del Centro. Il sindaco, Anna Aloisi, ha concesso l’utilizzo del campo sportivo comunale, dove si alterneranno per le partite in casa le due squadre di Mineo. Il derby è previsto per l’8 dicembre. «Giocheremo col 4-4-2 o col 4-3-3 – spiegano i mister – ci preoccupa un po’ l’ambiente che troveremo in alcuni campi, visto che già una delle prime partite del campionato è stata sospesa per rissa, ma questi ragazzi si sono lasciati alle spalle guerre e persecuzioni. Loro hanno solo voglia di divertirsi».
[Foto di Cara Mineo, un centro di solidarietà]