Da lunedì il personale dell'associazione a tutela dei consumatori sarà a disposizione dei passeggeri che nei giorni scorsi, per via delle lunghe file ai controlli di sicurezza di Fontanarossa, non sono riusciti a prendere l'aereo. «Colpa della Sac», sostiene il presidente Salvo Nicosia. «Avevamo avvisato», dicono dalla Sac
Caos aeroporto, sportello per chi ha perso il volo Federconsumatori: «Biglietti sono da rimborsare»
«Da lunedì i nostri sportelli sono a disposizione dei passeggeri che hanno perso i voli a causa del caos all’aeroporto di Fontanarossa». Ad annunciarlo è il presidente di Federconsumatori Catania Salvo Nicosia che, assieme all’ufficio legale dell’associazione, sta valutando l’ipotesi di richiedere i rimborsi per i biglietti aerei non fruiti nei giorni scorsi da chi sarebbe dovuto partire dallo scalo Vincenzo Bellini. Ma che non è riuscito a imbarcarsi a causa delle code all’ingresso e ai varchi di sicurezza, dovute ai controlli straordinari antiterrorismo. Dopo gli attacchi a Bruxelles, l’aerostazione etnea è stata una delle più solerti ad adottare le misure eccezionali contro il pericolo attentati. Tra queste, l’ingresso al terminal solo per chi avesse con sé la carta d’imbarco, alla quale però non era necessario affiancare un documento d’identità.
Da ieri l’accesso all’aeroporto è tornato libero, ma resta interdetta al traffico la rampa stradale che porta all’ingresso delle partenze, come confermato da una nota pubblicata sul sito della prefettura catanese. «Anche se adesso la sicurezza è allentata – dice Nicosia – I disagi rimangono. Fino a stamattina c’erano lunghe code ai metal detector e, francamente, è una situazione che non può essere accettata». Secondo il responsabile etneo dell’associazione a tutela dei consumatori, «la colpa non può che essere della Sac, la società che gestisce lo scalo, che sa perfettamente quanti siano i passeggeri in transito giorno dopo giorno ma non ha previsto alcuna misura per fronteggiare la mole di viaggiatori». Per Nicosia, il motivo principale delle file sarebbe l’apertura di «solo tre varchi, mentre almeno altrettanti sono rimasti chiusi. Se la gente ha perso l’aereo non era colpa sua, ma di un modo sbagliato di affrontare l’emergenza».
In casi in cui il volo non preso non dipenda da una negligenza dei passeggeri, «è prevista la riprotezione su un altro aereo, oppure il rimborso totale del nuovo biglietto acquistato in alternativa». Spese che dovrebbero sostenere le compagnie aeree, nel caso in cui la mancata partenza sia dovuta a un loro disservizio. «Ma non è questo il caso», arringa Salvo Nicosia. «Qua è solo la Sac che deve pagare i biglietti – dice – Vogliamo capire se lo ha fatto e, se non lo ha fatto, perché. Noi non facciamo proclami, stiamo solo ponendo delle domande: a chi di dovere spetta fornire delle risposte, perché noi continueremo sulla nostra strada per tutelare i passeggeri». Sono state 34 le persone che sono rimaste a terra ieri: dirette a Milano e Bologna con Ryanair non sarebbero riuscite a raggiungere in tempo i gate.
Dalla Sac, però, respingono ogni responsabilità. «I varchi aperti a quell’ora, erano le sette del mattino, erano sei su dieci – dicono – E avevamo avvisato tramite il sito e i social network dell’aeroporto che sarebbe stato il caso di presentarsi almeno due ore prima della partenza per evitare inconvenienti». «Noi riteniamo che non sia stato elaborato, insieme all’Enac, un adeguato piano di gestione della crisi – sostiene il presidente di Federconsumatori – Se anche nell’ordinaria amministrazione certe cose si fossero mostrate sufficienti, era ovvio che in condizioni straordinarie non sarebbero bastate. I turisti si sono trovati davanti a file lunghissime e non sapevano cosa stesse accadendo. L’informazione e un dispiegamento di personale più elevato sarebbero stati utili, se non necessari».