A differenza di quanto successo per le elezioni amministrative, quando l'assemblea regionale chiuse i battenti, stavolta le sedute «andranno avanti a oltranza», assicura il presidente. Ma l'assestamento di bilancio che arriva in discussione rischia di andare per le lunghe. Mentre molti deputati si dedicheranno al voto
Campagna per il referendum non fermerà attività Ars Ardizzone: «Assenti si prenderanno loro responsabilità»
L’Assemblea regionale siciliana andrà dritta per la sua strada. Nessuna pausa forzata a causa del referendum sulla riforma costituzionale, come invece successo nelle settimane che hanno preceduto le ultime elezioni amministrative sull’isola. Parola del presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone. «Ognuno si assume le proprie responsabilità, soprattutto gli assenti», precisa.
Le polemiche per l’assenza dei deputati di maggioranza nei giorni in cui il premier Matteo Renzi ha girato la Sicilia per la campagna referendaria non accennano a placarsi. Ma l’Ars ha davanti a sé un periodo che non ammette distrazioni: l’assestamento di bilancio la settimana prossima inizierà a essere esaminato dalla seconda commissione e da quel momento, nell’arco di una settimana, dovrebbe approdare a sala d’Ercole, esattamente nell’ultima settimana di campagna referendaria, coi deputati schierati sui rispettivi fronti dei favorevoli e dei contrari alla riforma.
Ma Ardizzone non ha nessuna intenzione di indietreggiare sulla tabella di marcia: «L’Aula è già convocata martedì prossimo – precisa a MeridioNews – e si andrà avanti a oltranza. Certo, non è bello vedere l’Aula vuota, soprattutto in un momento in cui si deve lavorare in fretta all’assestamento di bilancio per poi passare all’esame della finanziaria. È evidente che dispiace avere più volte avere richiamato alla presenza in Aula e nonostante tutto assistere a una situazione simile. Ma è chiaro che ognuno si assume le proprie responsabilità, soprattutto gli assenti». Qualche giorno fa era stato il deputato del Pd Panepinto a portare in aula il problema: «Rischiamo di passare tutti per fannulloni», aveva affermato, di fronte alle appena 20 ore di sedute effettuate dal ritorno dalle ferie estive.
Certo, se si trovasse l’accordo politico, l’Aula esaurirebbe la discussione in un paio di giorni, ma la strada del ddl di assestamento sembra tutt’altro che spianata: «Così com’è – ammette il capogruppo di Forza Italia, Marco Falcone – non può essere approvato, dentro ci sono persino alcuni debiti fuori bilancio, senza contare alcune norme mancia, magari destinate a qualche amico di qualche parlamentare. Insomma, questo assestamento non sta nascendo sotto i migliori auspici, soprattutto in un momento di crisi in cui ogni risorsa va utilizzata bene. Invece tutto questo avviene davanti agli occhi di una maggioranza completamente disinteressata all’assestamento di bilancio perché impegnata sul fronte del referendum. In un primo momento si era addirittura pensato di lavorare anche il venerdì e il sabato per fare prima, ma la proposta è caduta nel vuoto. Sinceramente escludo che prima del 16 dicembre ci siano le condizioni per approvare l’assestamento».
Insomma, maggioranza assente in aula, ma guai anche sul fronte delle opposizioni. L’inchiesta sul caso delle presunte firme false del Movimento 5 Stelle ha contribuito a svuotare ulteriormente gli scranni di sala d’Ercole. L’ultima seduta ha visto in Aula soltanto tre deputati sui 14 appartenenti al gruppo. Dallo staff dei pentastellati a palazzo dei Normanni ricordano comunque che tre deputati sono in congedo per malattia o maternità, ma in ogni caso l’inchiesta ha portato scompiglio in casa grillinae e, giusto per fare un esempio, l’ultima seduta ha visto assenti ben quattro deputati proprio perché convocati in Procura.
Ma se i lavori d’Aula viaggiano a rilento, «non è così anche nelle commissioni – ammette il capogruppo del gruppo Grande Sud-Pid, Toto Cordaro -. Chiaramente io posso parlare soltanto degli organismi di cui faccio parte, ma sia in prima commissione che in antimafia lavoriamo molto bene perché c’è una buona sinergia. Dopo lo spettacolo indecoroso di questi giorni, che non è certo la prima volta che si verifica, bisognerà approvare la finanziaria entro il 31 dicembre e poi individuare due o tre norme importanti per lo sviluppo, dai forestali alle attività produttive, dalla formazione ai precari. Approvate, insomma, le norme più urgenti di deve andare al voto a stretto giro, perché un altro anno così sarebbe insopportabile per i siciliani e massacrerebbe l’immagine e la credibilità dell’Assemblea».