Dalle cicche di sigaretta ai fazzoletti usati. Dalle sedie rotte ai frigoriferi guasti. Installazioni di inciviltà a ogni angolo che trasformano le nostre strade, piazze e pure i panorami fino a deformarne il senso: da bene comune a discarica abusiva. Una strada di campagna dove a fare compagnia agli uccellini sono materassi e mobili abbandonati? […]
Materassi e mobili abbandonati per strada? «Questo non è un monolocale»
Dalle cicche di sigaretta ai fazzoletti usati. Dalle sedie rotte ai frigoriferi guasti. Installazioni di inciviltà a ogni angolo che trasformano le nostre strade, piazze e pure i panorami fino a deformarne il senso: da bene comune a discarica abusiva. Una strada di campagna dove a fare compagnia agli uccellini sono materassi e mobili abbandonati? «Questo non è un monolocale». Un ampio spazio pulito, in cui passeggiare e ammirare i monumenti? «Questa è una piazza».
Parte da qui, dalle immagini e dalla consapevolezza, la campagna di Kalat Ambiente Srr, l’ente che programma e pianifica la raccolta differenziata in 15 Comuni di Catania provincia Sud, contro l’abbandono dei rifiuti, piccoli e grandi. Un costo sociale, ambientale ed economico facilmente evitabile con il ricorso alle corrette modalità di conferimento dei rifiuti. Dalla cartaccia in borsa – in assenza di cestini – fino alle soluzioni per gli ingombranti: la prenotazione del loro ritiro a casa e i centri di raccolta in cui conferirli in maniera autonoma. Modi per tenere pulito il nostro territorio, anche e soprattutto durante la stagione estiva, periodo in cui il problema si amplifica nelle zone turistiche e di villeggiatura. Restituendo una brutta cartolina dell’Isola e oscurando le sue bellezze.
«La Sicilia è la nostra bellissima casa. Allora perché maltrattarla così?». Ci ricordava già lo scorso anno Kalat Ambiente Srr, con un’altra campagna – Che bel Paese – per immagini pensata per contrastare quello che gli inglesi chiamano littering: l’abbandono – per noncuranza, strafottenza o sbadataggine – di piccoli rifiuti in un luogo pubblico. In quel caso, la scelta era ricaduta su luoghi simbolo della vita pubblica. Piazze, scuole, parchi e persino chiese, invase da gomme da masticare o escrementi canini. Che non risparmiano nemmeno i monumenti, con uno sfregio all’arte che rappresenta la nostra eredità. Sporcarli, insomma, «è come essere figli di nessuno».