Sarebbero dovuti iniziare stamattina gli esami sui corpi delle persone decedute con sospetto da Covid-19 nella casa di riposo dove ci sono stati 41 casi positivi. A sollevare la richiesta di certificazione è stato il legale che assiste i gestori della Don Bosco
Caltagirone, rimandate autopsie sui 15 morti della Rsa Procuratore: «Le camere sono perfettamente idonee»
Sarebbero dovute iniziare questa mattina le autopsie sui corpi dei 15 anziani morti con sospetto contagio da Covid-19 nella Rsa Don Bosco di Caltagirone, dove ci sono stati 41 casi positivi al nuovo coronavirus. Gli esami autoptici però sono stati rinviati. Con una pec inoltrata ieri pomeriggio, uno dei componenti del collegio nominato dalla procura di Caltagirone ha comunicato «l’oggettiva difficoltà di sciogliere entro il giorno 1 giugno la riserva formulata, solo in data 29 maggio all’esito del conferimento di incarico, in relazione alla richiesta certificazione inerente alle camere di biocontenimento Bsl3 e ai circostanti ambienti esterni».
Le camere per il biocontenimento dove eseguire le autopsie sono state realizzate nell’obitorio dell’ospedale San Marco di Catania. «Il giorno del conferimento dell’incarico – spiega a MeridioNews l’avvocato Dario Riccioli che difende il gestore della casa di riposo – ho sollevato la questione e chiesto ai consulenti di avere le certificazioni sul biocontenimento e il collaudo della sala. Quello che sappiamo – aggiunge – è che sarebbe una camera non Bsl3 ma con caratteristiche simili». La richiesta del legale del gestore della Rsa Don Bosco parte dalla circolare del ministero della Salute dello scorso 26 aprile.
Oltre alle misure che riguardano gli indumenti protettivi e l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale, il documento ministeriale prevede che anche i luoghi in cui vengono fatti gli esami autoptici abbiano delle caratteristiche particolari. «Le autopsie e i riscontri possono essere effettuate solo in quelle sale che garantiscano condizioni di massima sicurezza e protezione infettivologica per operatori e ambienti di lavoro – si legge nella circolare – sale Bsl3, ovvero con adeguato sistema di aerazione, cioè un sistema con minimo di sei e un massimo di 12 ricambi aria per ora, pressione negativa rispetto alle aree adiacenti, e fuoriuscita di aria direttamente all’esterno della struttura stessa o attraverso filtri Hepa, se l’aria ricircola». Per i locali dell’ospedale San Marco sarebbero mancate le certificazioni.
«Questo non significa che quelle camere non sono idonee, non è così – chiarisce a MeridioNews il procuratore di Caltagirone Giuseppe Verzera – La richiesta di questa certificazione è un passaggio assolutamente formale. Quelle sale sono perfettamente idonee e le autopsie sono solo rimandate di una settimana». Il collegio che eseguirà gli esami è composto dai medici Veronica Arcifa e Giuseppe Ragazzi e dai professori di Medicina legale dell’Università di Catania Cristoforo Pomara e Monica Salerno.
L’inchiesta sulla vicenda è stata avviata dal procuratore Giuseppe Verzera e dal sostituto Alberto Santisi dopo i decessi sospetti nella casa per anziani Don Bosco, che è stata sequestrata nei primi giorni di maggio. Alla fine di aprile, su disposizione dell’Asp di Catania e su intervento del Comune di Caltagirone, la Rsa è stata chiusa e i 24 ospiti che erano rimasti sono stati trasferiti in diversi ospedali di Catania e provincia.