Call center Qé, chiesti 90 contratti di solidarietà «C’è il rischio di un effetto domino nel settore»

Sono 90 i lavoratori che saranno licenziati dal call center  di Paternò. Un duro colpo per l’occupazione locale che riguarda circa un terzo dei 275 dipendenti attualmente attivi nella struttura. La società gestisce in subappalto da Transcom due commesse, Inps-Inail ed Enel energia, i quali – secondo la dirigenza – in questo momento stanno subendo una riduzione del traffico tale da imporre il drastico taglio del personale.

«Abbiamo cercato di tamponare il più possibile il trauma del licenziamento – dichiara a MeridioNews Davide Foti della Slc Cgil -. Per questo motivo, durante l’incontro di oggi con l’azienda, abbiamo chiesto che vengano applicati i contratti di solidarietà per tutti coloro che si trovano in questa drammatica situazione». Durante il meeting, le rappresentanze hanno invitato Roberto Boggio, amministratore delegato di Transcom, nonché presidente di Assocontact (ramo di Confindustria che gestisce e tutela le imprese di call center) «senza però avere nessuna risposta». 

«L’assurdità – continua il sindacalista – è che siamo di fronte a un manager che con la sua azienda non applica le clausole sociali, strumenti fondamentali per i quali il sindacato ha portato avanti una lotta pluriennale». Le prossime tappe prevedono un’assemblea dei lavoratori prevista per il 4 maggio e un dialogo con l’ufficio del lavoro per il giorno seguente. Ma «nel frattempo ci faremo di certo sentire con qualche protesta. Non possono pensare di desertificare il lavoro al sud per spostarlo altrove – conclude Foti -. Si rischia un effetto domino che potrebbe sfociare nell’estinzione del settore».  

Sulla vicenda era intervenuto anche il sindaco di Paternò Mauro Mangano che dichiarava: «Ho convocato i rappresentanti sindacali e dell’azienda per affrontare insieme una questione che preoccupa tutta la città. Serve impegno concreto da parte di tutti».


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