Mezzo milione di newyorkesi senza energia elettrica per un'ora, quattro linee della metropolitana bloccate. Si ripete negli Usa lo stesso copione che è stato in scena negli scorsi giorni in Sicilia. Con una differenza, però: lì non ci sono stati morti
Caldo e black out, non siamo soli
NEW YORK – Un blackout di quasi un’ora ha lasciato senza corrente mezzo milione di newyorkesi e ha bloccato quattro linee della metropolitana. Con ogni probabilità un effetto del gran caldo e del grande uso di condizionatori d’aria.
A saltare è stata almeno una centrale della Consolidated Edison (ConEd), la compagnia elettrica locale. Con il risultato che tra le 15:42 e le 16:40 (le 21:42 e le 22:40 in Italia) sono rimaste “al buio” migliaia di utenze nell’elegante Upper East Side di Manhattan e nel decisamente più popolare West Bronx.
L’interruzione ha riguardato anche alcune linee della metropolitana della Grande Mela, tra cui le frequentatissime 4, 5 e 6 (sotto la Lexington Avenue, le più sfruttata dai turisti), e il Metropolitan Museum, sulla Quinta Strada, che è stato evacuato dalle migliaia di visitatori, una volta saltata la corrente.
Non ci sarebbero stato vittime. Alcune decine di persone sono rimaste bloccate negli ascensori, mentre è sempre stato possibile uscire dai vagoni della metropolitana, visto che le porte possono essere azionate manualmente.
Secondo un portavoce della ConEd, Bob McGee, si sarebbe trattato di “un guasto nel sistema di trasmissione”, provocato forse da un temporale nella contea di Westchester, a nord del Bronx.
Da un paio di giorni New York è nella morsa del caldo, con temperature al di sopra dei 35 gradi e un tasso di umidità di oltre il 90 per cento. Una situazione che ha fatto lievitare a dismisura l’utilizzo dell’aria condizionata e le sollecitazioni alle non nuovissime centrali energetiche.
Per analoghe ragioni, il giorno di ferragosto del 2003, la città aveva subito un blackout di oltre 24 ore. Lo stesso era successo, ma per un periodo più breve, l’anno scorso nel quartiere newyorchese del Queens, cioè la parte più orientale di Long Island, quella che ospita tra l’altro l’aeroporto internazionale Jfk.