Calcio Catania, trattative in corso sui debiti e le quote Ferraù: «Priorità è cedere, ma va riconosciuta dignità»

In casa Sigi torna, se non proprio il sereno, almeno la quiete. Intanto prosegue la trattativa tra l’avvocato Giuseppe Augello – per la società di imprenditori catanesi proprietaria del Calcio Catania – e il legale Salvo Arena, per la cordata dell’avvocato italo-statunitense Joe Tacopina. Impossibile definire la data di scadenza, considerata la mole di documenti da analizzare, legata soprattutto alla situazione debitoria del club. Vicenda ingarbugliata, per certi versi sconosciuta nella sua ampiezza al momento dell’acquisto da parte di Sigi – molti creditori hanno deciso di bussare alla porta dei nuovi proprietari – ma che adesso va dipanata perché chi acquista esige certezze. E proprio i debiti sono uno dei punti principali della trattativa in corso.

Tacopina avrebbe imposto una soglia limite: non più di 16 milioni circa. Se, nonostante gli sforzi di questi mesi, non si dovesse riuscire ad abbassare i debiti a questa cifra, la soluzione sarebbe tanto semplice quanto sgradita agli attuali soci: la differenza resterebbe a carico loro, scalata dalla cifra proposta per l’acquisto del club. Un problema che incide sulle tasche, specie da quando appare chiaro che non verrà garantita alcuna percentuale sul surplus investito. Meno chiari sono invece ancora i termini per la restituzione del capitale delle quote. In sostanza, a quanto davvero intende comprare l’avvocato italo-statunitense.

C’è poi il nodo di quanto dovrebbe comprare. La mozione che pare essere ormai passata all’interno della spa etnea è la seguente: il 15 per cento ai soci Sigi che vorranno restare, il 10 al maggiore investitore Gaetano Nicolosi – che aveva già assicurato la sua presenza come investitore del gruppo Tacopina – e il rimanente 75 per cento agli americani. Come raggiungere questa composizione non è ancora chiaro: se vendendo solo una parte oppure il cento per cento, ma con la garanzia per gli attuali soci di poter rientrare alle identiche condizioni a cui si è venduto.

Ed è qui che gli animi sembrano tornare a convergere tra i più. «Noi non ci vogliamo guadagnare ma, è chiaro, nemmeno perdere quello che abbiamo investito finora – spiega il presidente di Sigi Giovanni Ferraù – Quello che possiamo regalare, e lo abbiamo già fatto in questi mesi, è il nostro tempo e l’impegno che abbiamo messo in questa vicenda». Qualunque discussione su come, però, «verrà dopo, perché ora la priorità è cedere. Il rientro dei soci Sigi non deve essere né un ostacolo né un problema». Con una certezza, tuttavia: «C’è e ci deve essere il riconoscimento di una piena dignità degli imprenditori locali – dice Ferraù – Che servono al Catania, e quindi a Tacopina». Il 24, intanto, i soci si scambieranno gli auguri a Torre del Grifo e mangeranno il tradizionale panettone. Lo spirito del Natale favorirà l’armonia? «Saranno fette uguali per tutti, senza distinzioni», risponde ridendo Ferraù.


Dalla stessa categoria

I più letti

Giustizia per Emanuele Scieri

«Ricordate che in tutti i tempi ci sono stati tiranni e assassini e che, per un certo periodo, sono sembrati invincibili, ma alla fine, cadono sempre, sempre». È da un aforisma del mahatma Gandhi che ha preso spunto l’avvocata Alessandra Furnari nella sua discussione durante il processo per l’omicidio volontario aggravato di Emanuele Scieri, il parà siracusano 26enne in servizio militare trovato cadavere nell’agosto del 1999 […]

«Una macchina di imbrogli e di sotterfugi manzoniana che si è sviluppata sull’esigenza di un costrutto che doveva raccontare un’altra versione dei fatti». Così il procuratore di Pisa Alessandro Crini ha definito la ricostruzione da parte dell’esercito di quanto accaduto all’interno della caserma Gamerra nell’agosto del 1999 nel corso della sua requisitoria a cui è […]

Catania archeologica, l`occasione mancata

In una nota protocollata al Comune etneo a metà gennaio l'associazione di piazza Federico di Svevia chiede di gestire il bene del XII secolo, abbandonato, per garantirne «a titolo gratuito e senza scopo di lucro, la fruibilità». Adesso interrotta dal cambio del lucchetto del cancello da cui vi si accede e dalle divergenze con uno degli abitanti, che risponde: «C'era il rischio per la pubblica incolumità»

I processi a Raffaele Lombardo