La notizia era nell’aria da tempo. E, oggi, è arrivata la conferma. Dopo la Corte dei Conti e l’UE, anche la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo ha aperto una inchiesta sul mondo della Formazione professionale. 

Scrive il sito del quotidiano la Repubblica Palermo che già “sarebbero una ventina gli iscritti nel registro degli indagati. Il fascicolo è stato assegnato al pm Alessandro Picchi ed è coordinato dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci”.

Come detto, la notizia era nell’aria. Che gli affari loschi del settore non fossero più competenza solo dei magistrati contabili ma, anche e, soprattutto, di quelli ordinari era ormai evidente.

Un lavoro immenso, quello che attende i pm palermitani. Che sul da farsi avranno solo l’imbarazzo della scelta. Dai soliti noti nella graduatoria dell’Avviso 20 alle operazioni di trasformazione societarie, dalla gestione dei dipendenti e degli esuberi alle commistioni tra interessi che, spesso, non hanno attinenza alcuna con la formazione professionale (il dubbio, che forse è una certezza, è che, con le risorse finanziarie destinate alla formazione, si paghi altre attività economiche, sulla pelle dei lavoratori del settore).  Tutte cose denunciate ormai da tempo dai giornali siciliani e, domenica scorsa, anche la trasmissione “Report”.

Che, però, si è fermata, per ovvie questioni di tempi giornalistici, solo ai casi più famosi e ai cognomi più conosciuti. Non ci vorrà molto tempo per scoprire che, oltre agli Enti formativi direttamente riferibili a politici in vista, ci sono anche quelli vicini ai consulenti degli stessi politici, come già aveva denunciato, ad esempio,  il senatore, Fabio Giambrone, in questa interrogazione parlamentare, e altri casi dove si parla di amici e prestanomi dei politici.

L’inchiesta andrà a toccare anche nomi altisonanti, alias, gli ex assessori regionali del settore, che, da Mario Centorrino ad Accursio Gallo, passando per i dirigenti, non si sono certo distinti per la bonifica della palude della Formazione. Anzi…

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