Buone notizie: la Lega Nord sprofonda

Tra le tante altre cose che emergono da queste elezioni, c’è una buona notizia per la Sicilia e per il Sud: la Lega Nord sprofonda anche nelle sue roccaforti. A Brescia come a Vicenza, a Lodi come a Sondrio, le liste del “carroccio” dimezzano i propri voti rispetto al 2008, quando già avevano perso gran parte dell’elettorato rispetto al 2003. In alcuni casi rischiano di sparire.

È una bella notizia per la Sicilia perché la sciagurata retorica dell’incolpare noi meridionali di tutti i problemi italiani è finalmente passata di moda: seppellita da una valanga di astensioni e di voti per altre formazioni politiche, qualsiasi esse siano.

Negli ultimi venti anni, l’azione politica e sociale della Lega Nord è stata deleteria, sia per il Settentrione d’Italia, sia per il resto della Penisola, perché partiva da un’analisi di preconcetto nei confronti del Sud e delle Isole. Gli elettori hanno finalmente chiaro un concetto vero: non è individuando un capro espiatorio che si risolvono i problemi. Anzi, semmai si aggravano. E negli ultimi anni, anche gli elettori della Lega Nord si sono resi conto a loro spese d’essere parte di un Sud, anch’esso additato a torto come “il problema” europeo: il Sud rispetto alla Germania e oltre.

In questi anni i governi italiani sono stati direttamente e indirettamente influenzati dalle idee  della Lega Nord, esagerando miti e luoghi comuni di un Sud inefficiente, corrotto e poco produttivo e un Nord efficiente, non corrotto e altamente produttivo. I fatti e la loro osservazione hanno finito per abbattere questa pericolosa e falsa retorica, e le elezioni di ieri confermano che l’elettorato delle regioni settentrionali si è finalmente reso conto delle tante falsità che in essa si nascondevano.

Un’immagine eloquente degli effetti della distorta retorica leghista: cartina geografica “d’opinione” circolata sul web. Tratta da www.lavyrtuosa.com.

Falsità che non solo sono state rese evidenti dai numerosi scandali che hanno coinvolto l’amministrazione della regione più rappresentativa del settentrione, la Lombardia,  ma che sono state confutate anche da numerose pubblicazioni sull’effettiva spesa pubblica, l’effettivo livello di produttività, e tanti altri dati facilmente reperibili. E senza contare che l’economia del Nord è stata frutto soprattutto della forza-lavoro, materiale e intellettuale, proveniente dal Sud con le grande ondate d’immigrazione delle precedenti generazioni.

Lo sprofondare del partito della Lega Nord è un dato quasi epocale, o per lo meno generazionale. Il segnale delle elezioni di questa fine Maggio 2013 è che si sta forse chiudendo un ciclo di un’intera generazione di politici e di preferenze elettorali.  Basti pensare che a Treviso, nelle ultime tre tornate di elezioni comunali, la Lega Nord è passata dal 37,8% del 2003, al 15,4% del 2008 per sprofondare fino all’8,3% di oggi. Si registra lo stesso trend un poco dappertutto e proprio nelle roccaforti della Lega.

Con la Lega Nord in caduta libera, marginalizzata anche dagli odierni equilibri di governo, e molto meglio sostituita dal Movimento 5 Stelle nella sua componente rivoluzionaria e di protesta, si apre una fase dove il dibattito sullo sviluppo del Sud e dell’intero Paese può ripartire su basi non minate dalla “politica del capro espiatorio”, nata, purtroppo, molti decenni prima che nascesse il partito della Lega Nord.

È una buona notizia per la Sicilia, per l’Italia e per l’Europa.


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Tra le tante altre cose che emergono da queste elezioni, c’è una buona notizia per la sicilia e per il sud: la lega nord sprofonda anche nelle sue roccaforti. A brescia come a vicenza, a lodi come a sondrio, le liste del “carroccio” dimezzano i propri voti rispetto al 2008, quando già avevano perso gran parte dell’elettorato rispetto al 2003. In alcuni casi rischiano di sparire.

Tra le tante altre cose che emergono da queste elezioni, c’è una buona notizia per la sicilia e per il sud: la lega nord sprofonda anche nelle sue roccaforti. A brescia come a vicenza, a lodi come a sondrio, le liste del “carroccio” dimezzano i propri voti rispetto al 2008, quando già avevano perso gran parte dell’elettorato rispetto al 2003. In alcuni casi rischiano di sparire.

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