La sconfitta contro il Napoli ha «rovinato» in parte la festa del centrocampista uruguaiano per il debutto nella massima serie con la maglia del Palermo. Il numero 16 rosanero non vuole fermarsi e nelle prossime partite proverà a ritagliarsi uno spazio nell'undici titolare
Brugman, un mix di sentimenti «Felice per l’esordio, peccato per il ko»
Stati d’animo contrastanti. Oltre a Sorrentino, che mercoledì ha festeggiato le 500 presenze tra i professionisti, un altro giocatore del Palermo può trovare dei motivi per cui sorridere al termine della gara persa contro il Napoli. Si tratta di Gaston Brugman il cui dispiacere per il ko contro i partenopei è attutito dalla gioia per l’esordio in serie A: «Sarei stato più contento se il mio debutto nella massima serie fosse coinciso con un risultato positivo ma a titolo personale sono felice – ha spiegato il ventitreenne centrocampista uruguaiano – esordire in A era il mio primo obiettivo anche quando giocavo a Pescara e adesso sono riuscito a coronare questo sogno, che era anche quello della mia famiglia. Quando il mister mi ha detto di iniziare il riscaldamento ho capito che ci sarebbe stata la possibilità di entrare in campo e ho aspettato questo momento con un po’ di ansia. E’ stato emozionante esordire in uno stadio (il San Paolo, ndr) così importante e contro una delle squadre più forti in questo momento nel campionato italiano. Quando giochi ti dimentichi tutto, poi a mentre fredda ricordi dove hai giocato e che ambiente c’era». Brugman è felice per il debutto in A con il Palermo ma non vuole fermarsi. L’obiettivo è dare continuità allo spezzone di gara disputato a Napoli e ritagliarsi uno spazio nell’undici titolare: «Sicuramente non mi accontento, non sono a Palermo solo per godermi il clima, voglio giocare ed essere utile alla squadra. In che ruolo? Io all’inizio giocavo trequartista, poi a Pescara il tecnico Marino mi ha impiegato stabilmente come regista anche se nell’ultima parte della scorsa stagione, quella della risalita verso i playoff, ho agito da mezzala. Mi sento più a mio agio nel ruolo di playmaker perché sono nel vivo della manovra e posso toccare più palloni ma in questi otto anni trascorsi in Italia sono cresciuto molto dal punto di vista difensivo in un calcio molto più tattico rispetto a quello che si gioca in Uruguay».
In cabina di regia, il numero 16 rosanero ha uno sponsor d’eccezione come Maresca, esperto centrocampista che recentemente ha speso parole di elogio nei suoi confronti: «Ringrazio Enzo, le sue parole sono un onore per me dato che sono state pronunciate da un giocatore che ha militato in grandi squadre. Lo ringrazio anche per i consigli. Sinceramente mi sarei aspettato di avere più spazio finora e di disputare qualche gara dopo la preparazione estiva ma sono contento lo stesso e qui a Palermo sto imparando molto». Nessun rimpianto, dunque, per avere scelto in estate la società rosanero: «A Palermo sono stati valorizzati tanti giocatori sudamericani, è il club che ha mi ha voluto di più e che ha creduto in me. E’ un ambiente che si adatta perfettamente al mio stile di gioco e nel quale ho la possibilità di proseguire il mio percorso di crescita».
L’uruguaiano scalpita in vista della gara in programma lunedì sera al Barbera contro l’Empoli, sua ex squadra: «Sono arrivato in Italia all’età di 15 anni, all’inizio giocavo come trequartista tanto che mi hanno paragonato a giocatori offensivi come Montella o Recoba. In Toscana ho vissuto una bella esperienza sia a livello calcistico che umano». Il match contro la compagine di Giampaolo è il primo di due turni casalinghi consecutivi: «Le gare contro Empoli e Chievo sono molto importanti. Vogliamo sfruttare il fattore campo e anche per questo sarà fondamentale il sostegno del pubblico».