Aumento delle accise sulla benzina idem per le sigarette. Aumento delle imposte sulle rendite finanziarie. Pos obbligatorio e antocismo bancario (due regali alle banche). E anche l'inasprimento fiscale sui prodotti informatici: un balzello che colpisce al cuore uno prodotti piu' utilizzati dalle giovani generazioni. Insomma una perfetta continuita' con il governo mondi e il governo letta
Bravo Matteo Renzi, con le tasse sì che ci sai fare!
AUMENTO DELLE ACCISE SULLA BENZINA IDEM PER LE SIGARETTE. AUMENTO DELLE IMPOSTE SULLE RENDITE FINANZIARIE. POS OBBLIGATORIO E ANTOCISMO BANCARIO (DUE REGALI ALLE BANCHE). E ANCHE L’INASPRIMENTO FISCALE SUI PRODOTTI INFORMATICI: UN BALZELLO CHE COLPISCE AL CUORE UNO PRODOTTI PIU’ UTILIZZATI DALLE GIOVANI GENERAZIONI. INSOMMA UNA PERFETTA CONTINUITA’ CON IL GOVERNO MONDI E IL GOVERNO LETTA
Di balzello in balzello Matteo Renzi ha trovato la gallina dalle uova d’oro. L’ultimo balzello è l’inasprimento dei prelievi fiscali su qualsiasi prodotto dotato di memoria digitale.
Prima ci sono stati l’aumento delle accise sulla benzina, quelle sulle sigarette, l’aumento dal 20 al 26 per cento sulle rendite finanziarie (con grande gioia dei piccoli risparmiatori, non certo della grande finanza!), nonché l’obbligo per i professionisti e gli artigiani di dotarsi dei Pos per le riscossioni tramite carte di credito o Bancomat. E, naturalmente, il ripristino dell’anatocismo bancario, ovvero il calcolo degli interessi sugli interessi. Insomma, vergogne su vergogne.
Ora è la volta dell’inasprimento dei prelievi fiscali su qualsiasi prodotto informatico dotato, appunto, di memoria digitale. Questo, infatti, è un mercato che ancora ‘tira’: dunque perché consentirgli tale privilegio? Tassiamolo di più, così si mette al pari degli altri comparti e deprimiamo anche questo settore!.
E, tanto per non smentire che la sua politica è orientata a tutelare gli interessi forti, queste misure fanno comodo alle banche ed alle majors produttrici della musica pop e del cinema. In definitiva, le nuove misure fiscali di Renzi sono destinate a colpire i consumi dei giovani che sarebbero quelli che il nostro Presidente del Consiglio, per la sua anagrafe, intenderebbe rappresentare.
Sono proprio i giovani i primi consumatori di prodotto a tecnologia informatica che seguono con più assiduità le innovazioni che il mercato continua ad offrire. I loro acquisti futuri troveranno questi prodotti gravati dell’incremento una tantun, introdotto da Matteo Renzi alla ricerca spasmodica delle coperture finanziarie che le sue mirabolanti riforme implicano.
Con l’ulteriore aggravante che su questo aumento della tassazione all’origine a seguire grava anche l’Iva. Cioè, sulle tasse gravano le imposte. Il che è un vero e proprio colpo di genio al pari della trovata della diffusione dei Pos. Si noti la finezza: a parte la diffusione dei Pos, tutte le altre tassazioni non sono nuove, ma semplicemente l’aggravio di tasse già esistenti, per potere sempre affermare che il Governo Renzi non ha messo nuove tasse, onde giustificare tali provvedimenti come semplici ‘adeguamenti’.
Libero quotidiano in un servizio a firma di Francesco De Dominicis, offre una dettagliata rassegna di tutti gli strumenti tecnologici che saranno gravati da questo ulteriore prelievo erariale. Il giornalista fa pure quattro conti e stima un costo di 100 euro per famiglia nel corso di un anno, laddove queste (le famiglie) acquistino un televisore, un hard disc o uno smatphone.
Da queste descrizioni appare abbastanza evidente il disegno di Governo di Matteo Renzi. Disegno mai dichiarato, coperto da uno slogan che dice tutto e niente al tempo stesso: Cambieremo l’Italia rivotandola come un calzino. Cioè ripristinando il potere dei padroni, l’arricchimento delle banche, penalizzando i giovani che acquistano i prodotti a memoria digitale, togliendo potere ai lavoratori, riducendo gli spazi di democrazia e di partecipazione e recuperando la centralità dello Stato a scapito del potere decentrato alle Regioni e degli enti locali (Comuni e Regioni).
In buona sostanza, la filosofia che informa il credo massonico, la cui cultura è fortemente presente in terra di Toscana dove la concentrazione e la densità massonica è la prima in Italia. E della quale, lo si voglia o no, il Nostro è sicuramente contagiato, al di là delle sue personali scelte socio-culturali.
Ne è di certo influenzato dall’ambiente nel quale è cresciuto. Vogliamo chiamarla democrazia autoritaria? L’uso dei termini è facoltativo, quello che conta è il disegno che ispira l’azione politica e di governo di Matteo Renzi, documentato dal sistema istituzionale ed elettorale che sta perseguendo con le sue riforme che riducono la partecipazione plurale dei cittadini alla politica e il loro accesso nelle istituzioni repubblicane, nonché l’adesione acritica ad ogni sollecitazione che proviene da oltre oceano.
Su questo progetto c’è poco da dilungarsi. E’ sufficiente soffermarsi appena un po’ per vederne tutti i contorni e a considerarne gli effetti. Non a caso i suoi interlocutori principali sono collocati nella destra politica nazionale e nelle istanze conservatrici europee alle quali si è docilmente adeguato, dalle scelte strategiche del Trattato di Maastricht alle convergenze di Amsterdam.
Si è ben guardato, Matteo Renzi, dal proporre le revisioni e il superamento dei vincoli posti da questi trattati. Al contrario, si è accordato sulla ‘flessibilità’, il cui significato politico e pratico ci sfugge totalmente. Staremo a vedere e vigileremo attentamente sull’azione e l’interpretazione politica che le massonerie finanziarie dominanti in Europa daranno a queste intese.
Il quadro che ne è venuto fuori ci sembra tutt’altro che roseo, anzi è grigio, molto grigio, scuro.
Foto di prima pagina tratta da bastacasta.altervista.org