Il 28 gennaio scorso due malviventi sono entrati nella garitta presidiata dal cassiere e, pistola in pugno, sono riusciti a trafugare circa 3000 euro
Brancaccio, rapina a sala gioco: due arresti Ai domiciliari cassiere del centro scommesse
La polizia arrestato due giovani palermitani V.L.B, 21enne e A.L, 23enne, ritenuti gli autori di una rapina messa a segno in una sala da gioco di via Messina Marine. Nei loro confronti è stato eseguito un provvedimento di custodia cautelare in carcere emesso dal Gip del Tribunale di Palermo. Insieme ai due nell’ambito dello stesso filone di indagine, è finito nei guai anche M. N., 36enne, cassiere dell’esercizio di scommesse, che dovrà rispondere di favoreggiamento personale e per il quale sono stati invece disposti gli arresti domiciliari.
Nello specifico, il 28 gennaio del 2019, due malviventi sono entrati nella garitta presidiata dal cassiere e, pistola in pugno, sono riusciti a trafugare circa 3000 euro. Gli agenti del Commissariato di polizia Brancaccio hanno seguito il caso, studiandone ogni particolare, attraverso le immagini delle telecamere della sala che hanno ripreso le fasi dell’irruzione. È così che i poliziotti sono arrivati alle identità dei due, pregiudicati del quartiere, nonostante gli autori della rapina erano travisati da sciarpa e scaldacollo e nessuna importante indicazione sulla loro identità fosse stata fornita dall’unico testimone oculare dell’assalto, appunto il cassiere. La profonda conoscenza del territorio da parte degli investigatori ha compensato la povertà del quadro indiziario di partenza: sui profili dei due palermitani di un noto social network, i poliziotti hanno riconosciuto entrambi indossare gli stessi abiti usati in corso di rapina; questi stessi abiti sono stati poi rinvenuti e sequestrati a seguito di perquisizione domiciliare a loro carico.
Il prosieguo delle indagini è servito anche per confutare le dichiarazioni del cassiere che, a precisa domanda degli agenti, aveva risposto di escludere di conoscere i due rapinatori e di non essere in grado di riconoscerli, neanche attraverso una foto segnaletica. È stato, infatti, acclarato che il cassiere sapesse chi erano i due e che con le sue dichiarazioni mendaci ha quindi ostacolato le indagini della polizia.