Boschetto Playa, al via lavori per il parco avventura «Piattaforme alte, l’area resterà accessibile a tutti»

«Certo, forse lei avrebbe più difficoltà a concentrarsi. Però a me sembra una bella cosa». Un giovane sportivo che si allena al boschetto della Playa indica con un dito una donna intenta a fare yoga. A pochi passi da lei un albero con una piattaforma, una di quelle del parco avventura che, dopo uno stop di un anno, è in fase di allestimento nell’area verde cittadina. Un’iniziativa che ha incontrato le proteste dei cittadini, preoccupati dalla possibilità di poter fruire del polmone verde con delle limitazioni. L’inaugurazione era prevista per lo scorso maggio, ma è slittata di un anno per problemi amministrativi legati all’avvicendamento del responsabile unico del procedimento per il Comune. 

Ad aggiudicarsi il bando, avviato nel corso della sindacatura di Raffaele Stancanelli, è stata la società 5 nodi. L’affidamento è disposto per dodici anni e sono quattro gli ettari interessati dal progetto su un’estensione totale di 28. Ma a destare le perplessità degli habitué del parco è il timore di non poter passare sotto piattaforme, carrucole e funi. «Una parte del boschetto è già occupata da vigili e polizia – analizza uno sportivo – La porzione interessata dal parco avventura sarà il 25-30 per cento, ma su un’area fruibile già dimezzata». I cinque percorsi previsti, infatti, attraversano i vialetti e hanno il loro punto principale al centro dell’area verde. Là dove si concentrano anche amanti delle due ruote e della corsa. «Certamente sarà possibile passare – garantiscono Francesco Petralia, Emilio Lucifora e Pietro Ramondetta, componenti della società – È un’area pubblica quindi tutto il bosco, come avviene in strutture simili, sarà accessibile. Monteremo delle piattaforme molto alte, che non interferiscono assolutamente con la fruizione». Le uniche che avranno un’altezza minore, specificano, sono quelle del percorso riservato ai bambini.

La gara per l’assegnazione, svoltasi ormai due anni fa, la prima volta è andata deserta e alla seconda chiamata ha visto la partecipazione dei soli tre soci della 5 nodi. «Un parco giochi di queste dimensioni ha un costo medio di 150mila euro per la sua costruzione. Il Comune pagherà 47mila euro più iva per realizzarlo», sottolinea Petralia. La progettazione a un costo minore, spiegano gli imprenditori, è stata possibile grazie alle competenze personali degli stessi, che si occupano di consolidamento, ovvero la messa in sicurezza di costoni rocciosi e frane. «Noi dovremo gestire tutta l’area, fare la manutenzione e restituire attraverso i servizi 33.400 euro all’anno». L’elenco di cose da fare si prospetta lungo: dall’eliminazione delle erbacce e dei rovi al recupero delle zone al momento inaccessibili. 

L’amministrazione, secondo i piani, ottiene il vantaggio di valorizzare un’area che spesso resta chiusa per lunghi periodi. E il guadagno per il privato? «Il nostro intento è creare un’area fruibile per tutti – affermano i tre soci – Se si ha il piacere di fare un gioco, si paga un ticket e si riceve l’attrezzatura». Assieme ai percorsi, gestiranno anche un piccolo chiosco. Le tariffe, aggiungono, saranno simili a quelle attuate in altre strutture sull’Etna: «In media con gli altri, se non inferiori». Oltre ai percorsi aerei, «punteremo molto ad attività ludico-didattiche con le scuole». L’interesse della società, precisano, è far sì che il bosco sia il più possibile frequentato e valorizzato: «Più gente viene meglio è; saranno poi i catanesi a giudicare se abbiamo dato un servizio oppure no». E per quanto riguarda i ritardi, i componenti della società non faranno ricorso. La speranza «è di aprire ad aprile o a maggio. Ma dipende dalle condizioni meteo e dalle ultime beghe burocratiche». 


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