Domenica 10 marzo sarà intitolata a Placido Rizzotto l’ex via del Levriere. Questa è la settima delle vie dei diritti che il Comune di Palermo e la Cgil Palermo intitolano ai rappresentanti sindacali uccisi. La cerimonia di intitolazione della strada a Placido Rizzotto, segretario della Camera del Lavoro di Corleone, rapito la sera del 10 marzo 1948 e […]
Bonagia, una via per ricordare Placido Rizzotto
Domenica 10 marzo sarà intitolata a Placido Rizzotto l’ex via del Levriere. Questa è la settima delle vie dei diritti che il Comune di Palermo e la Cgil Palermo intitolano ai rappresentanti sindacali uccisi. La cerimonia di intitolazione della strada a Placido Rizzotto, segretario della Camera del Lavoro di Corleone, rapito la sera del 10 marzo 1948 e ucciso dalla mafia, si svolgerà alle ore 9 e interverranno il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, il segretario generale Cgil Palermo Enzo Campo, il sindaco di Corleone Nicolò Nicolosi, e uno dei parenti. Presenti alla cerimonia anche il responsabile dipartimento Legalità Cgil nazionale Luciano Silvestri e il segretario generale Cgil Sicilia Michele Pagliaro.
«Il percorso delle vie dei diritti continua con il riconoscimento a un grande dirigente sindacale, l’unico ad aver avuto l’onore dei funerali di Stato, nel 2012, con il presidente della Repubblica Napolitano a Corleone – dichiara il segretario generale Cgil Palermo Enzo Campo – Il massimo tributo che ha l’importanza del ruolo e della grande battaglia, combattuta nella nostra Regione e per l’Italia, da un dirigente sindacale che fu a capo del movimento per l’occupazione delle terre, impegnato nella lotta contro la mafia e per la conquista dei diritti dei lavoratori. Tanti altri nostri dirigenti sindacali non hanno avuto giustizia, e noi continuiamo a chiedere la verità sui loro omicidi, a lui l’onore di una giustizia storica e sociale. Il presidente Napolitano volle i funerali di Stato a Corleone come momento di riconoscimento dell’impegno di tutti i dirigenti sindacali uccisi. Ci sono voluti uomini come La Torre e Dalla Chiesa, entrambi protagonisti della storia di Corleone, per fare luce sui delitti di mafia e portare avanti con gli strumenti legislativi adeguati la lotta contro Cosa nostra».
«È motivo di orgoglio per la nostra organizzazione sindacale e per tutti i siciliani onesti che la città di Palermo abbia deciso di dedicare una via a Placido Rizzotto – aggiunge Dino Paternostro, responsabile Legalità Cgil Palermo -, Luciano Liggio e i suoi sicari mafiosi volevano cancellare Rizzotto e i valori per cui si batteva, buttandone il corpo in una foiba. La Cgil, la sua famiglia e i siciliani onesti l’hanno impedito, non hanno dimenticato Rizzotto, gli hanno dato una tomba e da anni raccontano la sua storia alle giovani generazioni. Oggi Rizzotto è per tutti simbolo di lotta per la libertà, per il lavoro e per i diritti. Anche a Palermo, in Sicilia e in tutto il Paese». Placido Rizzotto, segretario della Camera del Lavoro di Corleone, aveva solo 34 anni quando venne rapito a Corleone la sera del 10 marzo 1948 e ucciso dalla mafia per il suo impegno a favore del movimento contadino per l’occupazione delle terre. Fu un dirigente di punta del movimento sindacale. Tornato a Corleone dopo la guerra, dopo avere combattuto con l’esercito sulle Carnie, iniziò la sua attività politica e sindacale entrando subito in collisione con il capomafia Michele Navarra. Veniva chiamato il vento del Nord.
Le sue idee innovative lo posero alla testa della movimento dei contadini, che sempre più in quegli anni, marciando con le bandiere rosse, rivendicava la concessione delle terre. Le indagini sull’omicidio furono condotte dall’allora capitano dei carabinieri di Corleone Carlo Alberto Dalla Chiesa. Sulla base degli elementi raccolti dagli inquirenti, vennero arrestati Vincenzo Collura e Pasquale Criscione, che ammisero di aver preso parte al rapimento di Rizzotto in concorso con Luciano Liggio. Il dirigente sindacale fu sequestrato mentre tornava a casa con alcuni compagni di partito, cacciato a forza sulla 1100 di Liggio e portato in contrada Malvello, dove venne pestato a sangue e assassinato. Per farlo scomparire per sempre, il suo corpo venne buttato in una ciacca di Rocca Busambra. Il 9 marzo 2012 l’esame del Dna, comparato con quello estratto dal padre Carmelo Rizzotto, ha confermato che i resti trovati il 7 luglio 2009, dopo una lunga e difficile indagine, all’interno di una foiba di Rocca Busambra, appartenevano a Placido. Il 24 maggio 2012, alla presenza del presidente della Repubblica Napolitano, a Corleone si sono svolti i funerali di Stato.
(Fonte: Cgil Palermo)