Hanno sversato «qualche litro di roba puzzolente», spiega il gruppo antifascista etneo, contro la chiesa di San Gaetano alle Grotte dove ogni anno si tiene la celebrazione in suffragio del Duce. Ma forse non quest'anno. «Stamattina c'era una puzza come di carogna, ma il prete ancora non si è visto», spiegano i clienti del chiosco di piazza Carlo Alberto
Boicottaggio contro la messa per Mussolini Antifascisti lanciano liquami sul sagrato
«Qualche litro di roba puzzolente» e un manifesto con l’immagine dell’impiccagione di Benito Mussolini. Accompagnato dallo slogan Ora e sempre resistenza. Un’azione di boicottaggio rivendicata dal gruppo Antifascisti catanesi e messa in atto la notte scorsa davanti alla chiesa San Gaetano alle Grotte di Catania. La stessa dove, come documentava CTzen nel 2012, ogni anno si tiene una messa in memoria del Duce. Ma forse non quest’anno.
«Un’azione abbastanza innocua, non troppo visibile ma dalla puzza pestilenziale», racconta uno dei membri del gruppo che ha organizzato la protesta. A base di liquami autoprodotti, «per lo più spazzatura». «Stamattina c’era una puzza come di carogna – confermano i clienti del chiosco di piazza Carlo Alberto – Poi un anziano collaboratore del prete ha pulito tutto con la candeggina». «Non è possibile che, dopo una denuncia pubblica (l’articolo di CTzen, ndr), si continui a fare una cosa simile – aggiunge uno degli antifiascisti catanesi – Organizzata non da quattro ragazzi, ma da diversi personaggi in vista della città». Come l’avvocato Francesco Condorelli Caff, segretario regionale del partito Fiamma Tricolore, a cui viene affidato il compito di richiedere ogni anno la messa in suffragio.
Due anni fa, la notizia della celebrazione aveva scatenato le indignate reazioni dei cittadini. Tra cui anche diversi credenti. Ma all’interno della curia etnea non c’era alcuna intenzione di intervenire. Se non con un «dialogo fraterno» con padre Antonio Lo Curto, che ogni anno officia la cerimonia. E che nel 2012 aveva forse esagerato, complice un saluto romano e un commento di troppo durante la messa. Di cui lui stesso spiegava la natura in questa registrazione.
In ogni caso, per il vicario generale della curia etnea Agatino Caruso, «si tratta di una responsabilità personale del sacerdote», rispondeva a CTzen due anni fa. E quest’anno padre Lo Curto potrebbe aver deciso di lasciar perdere. «La chiesa ormai è sempre chiusa tranne la domenica mattina e il prete oggi non s’è visto. Se oggi ci fosse stata messa, sarebbe già stato qua», confermano i clienti del chiosco. Non senza un commento sull’azione di boicottaggio: «Però ‘sti cosi non si fanu…».