La convocazione per il 5 marzo, annunciata ieri dopo giorni di proteste, ha scatenato la collera degli operai che si aspettavano un confronto immediato con il governo. Così, dalle 9, è ripreso il presidio davanti ai cancelli dello stabilimento e al ministero
Blutec, l’ira di tute blu e sindaci da Termini a Roma La protesta per ottenere subito un incontro al Mise
Doppio sit-in, a Roma e a Termini Imerese, per accendere i riflettori sulla vertenza Blutec che coinvolge mille lavoratori. La convocazione per il 5 marzo al ministero dello Sviluppo economico, annunciata ieri dopo settimane di proteste, ha scatenato la collera degli operai ex Fiat e delle aziende dell’indotto che si aspettavano un confronto immediato con il governo nazionale. Così, dalle 9, è ripreso stamane il presidio davanti ai cancelli dello stabilimento palermitano dove decine di operai in cassa integrazione stanno manifestando. Dalle 11 alle 13, inoltre, è prevista anche l’adesione delle 130 tute blu impegnate nel sito industriale, che incroceranno le braccia per due ore.
Contemporaneamente, a Roma, davanti la sede del ministero, è in corso un presidio promosso da parte di Fim, Fiom e Uil, assieme a un nutrito gruppo di sindaci del comprensorio, tra cui Termini Imerese, Ventimiglia, Trabia, Campofelice di Roccella, Caccamo, Sciara, Cerda, Baucina, Ciminna, e per il Comune di Palermo è presente l’assessore Giovanna Marano. Operai e sindacati manifestano dalla scorsa settimana per il ritardo nella firma del decreto di finanziamento della cassa integrazione per il 2019 dopo l’accordo firmato il 7 gennaio scorso per i 564 operai Blutec e per quella in deroga per altri 300 lavoratori dell’indotto. E anche per il mancato rispetto degli impegni da parte dell’azienda per il rilancio della fabbrica, ma realmente decollato.
In queste ore sta prendendo piede anche la polemica politica per la mancata convocazione del sindaco di Termini Imerese, Francesco Giunta. Al riguardo i rappresentanti sindacali «hanno espresso forti perplessità per questa incomprensibile, quanto attesa, mossa del governo visto che dopo la visita del vicepremier Di Maio dello scorso 26 ottobre, si ripete lo stesso copione, dell’incidente istituzionale: a quell’epoca il ministro ed il sindaco non si incontrarono». Sulla vicenda sono intervenuti anche i deputati Miceli e Varchi chiedendo ufficialmente al ministro Di Maio che si eviti questo ulteriore strappo tra istituzioni locali e governo nazionale che, di certo, non porta a nulla di buono soprattutto nell’interesse primario dei lavoratori».
Dal canto suo, Giunta, ha dichiarato che «oramai, non mi sorprende più nulla, sino a questo pomeriggio, nella considerazione che si fosse trattata di una mera dimenticanza, ho personalmente contattato la segreteria particolare del vice capo di gabinetto, ingegnere Sorial, segnalando che tra i destinatari della convocazione era assente il sindaco di Termini Imerese, lasciando, ancora una volta, il mio recapito telefonico. Dopo di che non si è più fatto sentire nessuno. Evidentemente, il mancato invito deve attribuirsi ad una precisa scelta politica del ministro, che per compiacere i “capricci” della rappresentanza parlamentare locale ha ritenuto di continuare a percorrere la strada dello scontro a tutti i costi».