Continua il lavoro degli inquirenti dopo l'agguato al quale è scampato Giuseppe Mancari, ritenuto reggente del clan mafioso almeno fino alla metà degli anni '80. Dopo il suo ritorno in Sicilia Pippo 'u pipi avrebbe cercato di riconquistare il terreno perduto, scatenando la reazione dei suoi oppositori
Biancavilla, l’agguato contro il presunto boss S’indaga su faida interna ai Toscano-Mazzaglia
Potenziati i controlli di polizia e carabinieri dopo l’agguato fallito ai danni di Giuseppe Mancari, il presunto boss 67enne che lo scorso 2 novembre è scampato alla morte in pieno centro a Biancavilla. Obiettivo delle forze dell’ordine è evitare l’escalation di una possibile guerra di mafia nel Comune etneo. Una decina tra gazzelle e volanti della polizia stanno controllando l’intero territorio biancavillese con chiaro intento di prevenire reazioni all’attentato.
Nel contempo i carabinieri della compagnia di Paternò con i colleghi del nucleo operativo del comando provinciale hanno proceduto a un serie di interrogatori di soggetti che potrebbero avere a che fare – direttamente o indirettamente – con Mancari. Ricostruendo il passato di Giuseppe Mancari emerge il fatto che l’uomo sarebbe stato il reggente del clan Toscano-Mazzaglia-Tomasello almeno fino alla metà degli anni ’80. Alle redini della famiglia ci sarebbe stato insieme a lui Giuseppe Longhitano, conosciuto come U Zizzu, ucciso nel 1992. Condannato per fatti legati al cosiddetto Triangolo della morte a inizio degli anni ’90, Giuseppe Mancari – detto Pippo ‘u pipi – è stato sottoposto pure al regime del 41 bis. L’uomo è tornato a Biancavilla da circa due mesi per motivi familiari.
Sta prendendo consistenza la tesi secondo la quale Giuseppe Mancari, una volta tornato in Sicilia, si sarebbe mosso in modo autonomo per riconquistare il terreno perduto in questi anni. Un’azione che avrebbe dato fastidio a qualcuno, al punto tale da volerlo morto. Tuttavia essere uscito vivo dall’agguato avrebbe ringalluzzito Mancari, il quale, secondo indiscrezioni, subito dopo il tentativo di assassinarlo avrebbe inseguito a piedi i due aspiranti killer che si allontanavano a bordo di un Honda Sh 300 di colore chiaro, inveendo contro di loro.
Dopo l’omicidio di Giuseppe Mazzaglia, nell’aprile del 2010, all’interno del clan Toscano-Mazzaglia c’è una profonda frattura che dal quel momento ha provocato fino adesso cinque assassinii e altri due sventati dalle forze di polizia.