Biancavilla, il traffico di droga e le estorsioni del clan per mantenere i detenuti

Tutto è nato dalle indagini iniziate per il tentato omicidio di Davide Galati Massaro. Un episodio avvenuto a Biancavilla (in provincia di Catania) il 9 settembre del 2018 che ha permesso di svelare le evoluzioni del clan Toscano-Tomasello-Mazzaglia, articolazione territoriale della famiglia mafiosa di Cosa nostra etnea Santapaola-Ercolano, e di arrivare oggi all’operazione antimafia Ultimo atto per cui sono finiti indagati e in carcere 13 persone accusate di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione e associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Reati tutti aggravati dal metodo mafioso. Un’inchiesta, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia e condotta dai carabinieri di Paternò, che ha portato anche a individuare il presunto reggente operativo e capo promotore del sodalizio criminale in Giuseppe Mancari, detto U pipi.

Storico elemento di vertice del clan che, dopo una condanna definitiva all’ergastolo con isolamento diurno per omicidio, ha ricevuto la concessione di un indulto e di plurime riduzioni di pena per liberazione anticipata. Nel 2009, Mancari è stato poi sottoposto alla liberazione condizionale. Le indagini sono partite dopo il tentato omicidio di Davide Galati Massaro commesso da Riccardo Pelleriti a colpi di kalashnikov, in pieno centro – in via dell’Uva – nella cittadina del Catanese. Una lite per un banale incidente stradale che si era trasformata in un episodio di sangue. Nel corso delle investigazioni, erano stati monitorati gli instabili equilibri tra le famiglie mafiose di Adrano e Biancavilla ed era emersa l’esistenza di un’associazione mafiosa, dedita prevalentemente allo spaccio di droga e alle estorsioni. Affari illeciti portati avanti per acquisire introiti da destinare anche al mantenimento delle famiglie degli affiliati.

Dalle indagini, anche tramite alcune dichiarazioni rese da collaboratori di giustizia e da persone informate sui fatti, sono stati riscontrati sei episodi di estorsione ai danni di imprenditori dell’edilizia, della ristorazione e del commercio (sia all’ingrosso che al dettaglio). Un business che sarebbe servito soprattutto per fare fronte alla mancanza di fondi per il sostentamento dei sodali in carcere. Richieste estortive con precise cadenze periodiche segnate dalle feste comandate: Natale, Pasqua e San Placido, il patrono di Biancavilla. In particolare, proprio in prossimità della festa patronale, sarebbe stata imposta ai gestori degli stand la fornitura del pane e della carne. Prodotti sui quali il clan avrebbe applicato un rincaro rispetto al prezzo dei venditori. Secondo quanto riferito dai collaboratori di giustizia, vittime dell’estorsione sarebbero stati anche i giostrai, costretti a dare circa 2000 biglietti per le attrazioni (dalla ruota al tagadà), per fare in modo che i figli dei detenuti potessero utilizzarle gratuitamente.

Per l’accusa, un altro fiorente business del clan sarebbe stato il traffico delle sostanze stupefacenti, in particolare di marijuana e cocaina. Nel corso delle operazioni, sono stati sequestrati un fucile d’assalto kalashnikov modello Ak 47 con relativo caricatore – quello utilizzato per il tentato omicidio di Galati Massaro – quattro pistole calibro 9, una pistola calibro 7.65 con matricola abrasa, una piantagione con oltre 300 piante di canapa indiana e oltre un chilo di marijuana. Sono state sequestrate le società MM Logistic di Miriana Militello con sede ad Adrano e M.N. Trasporti Srl con sede a Biancavilla, entrambe operanti nel settore del trasporto merci su strada. Tutte e due sono state affidate a un amministratore giudiziario insieme ai conti correnti a esse intestati e a tutti i beni aziendali registrati, sia mobili che immobili. L’«Agenzia», come era soprannominata dagli uomini del clan, che formalmente operava nell’intermediazione tra le aziende agricole e i trasportatori, sarebbe diventata nel tempo, uno degli strumenti operativi più redditizi. Gli introiti ottenuti attraverso l’imposizione ai camionisti e ai titolari di magazzini e ditte di un dazio variabile per ogni bancale di frutta in viaggio verso il Nord Italia, sarebbero stati versati nella cassa comune del clan, per essere consegnati ai familiari dei sodali detenuti.

L’elenco degli indagati in custodia cautelare in carcere:
1) Amato Salvatore Manuel, nato a Biancavilla il 08.04.1993;
2) Distefano Fabrizio, nato a Biancavilla il 18.09.1991;
3) Galvagno Placido, nato a Biancavilla il 10.12.1976;
4) Gioco Giovanni, nato a Biancavilla il 27.10.1959;
5) Licciardello Piero, nato a Paternò il 23.11.1994;
6) Mancari Giuseppe, nato a Biancavilla il 22.12.1948;
7) Margaglio Nunzio, nato a Biancavilla il 08.02.1995;
8) Militello Carmelo, nato a Biancavilla il 03.10.1973;
9) Minissale Nicola Gabriele, nato a Catania il 25.11.1992;
10) Muscia Alfio, nato a Biancavilla il 10.10.1978;
11) Palermo Ferdinando, nato a Paternò il 18.01.1977;
12) Venia Mario, nato a Biancavilla il 25.12.1975;
13) Vercoco Carmelo, nato in Germania il 04.08.1973.


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