L’accusa è quella di “tradimento” per avere rifiutato l’offerta della società di viale del Fante (l’ultima in ordine di tempo è un triennale da un milione e centomila euro) e avere raggiunto già un’intesa con la Sampdoria per la prossima stagione. Un 'partito' al quale si è iscritto anche Moris Carrozzieri
Barreto divide i tifosi. L’ex rosa Carrozzieri: «Togliti la fascia da capitano e vai via»
Il caso Barreto sta «spaccando» la tifoseria. La vicenda relativa al mancato rinnovo da parte del capitano del contratto in scadenza al termine di questa stagione polarizza i punti di vista del popolo rosanero. E, come spesso avviene nell’era della comunicazione 2.0, il web diventa il principale contenitore di umori e sensazioni, il termometro che segna la temperatura di una piazza. Attraverso i commenti postati sui social, sui muri dei tifosi e sulle pagine specializzate dei portali di informazione che ruotano intorno al mondo Palermo è visibile una netta linea di demarcazione tra chi preferisce bypassare la vicenda facendo leva sulla professionalità del centrocampista che finora ha sempre dimostrato grande attaccamento alla maglia e il fronte di coloro che puntano il dito contro il giocatore. L’accusa è quella di “tradimento” per avere rifiutato l’offerta della società di viale del Fante (l’ultima in ordine di tempo è un triennale da un milione e centomila euro) e avere raggiunto già un’intesa con la Sampdoria per la prossima stagione. Un ‘partito’ al quale si è iscritto anche Moris Carrozzieri. L’ex difensore rosanero (la cui esperienza in Sicilia è durata dal 2008 al 2011, intervallata dal periodo di stop a causa della positività ad un metabolita della cocaina riscontata dopo un controllo antidoping) attraverso la pagina Facebook di ilovepalermocalcio.com ha mosso nei confronti del paraguaiano delle critiche esplicite: «Non so quanto ti possa offrire la Sampdoria, ma io che ho indossato tutte e due le maglie ti dico: Palermo tutta la vita. Anche se ti avessero offerto quei 250 mila euro in più ti dico solo una cosa: togliti la fascia da capitano e la maglia, vai via immediatamente da Palermo, non meriti quella piazza.
Palermo si ama». Il vento è cambiato. Da punto di riferimento, riconosciuto in questi anni come un simbolo della riscossa rosanero grazie alla sua generosità e al suo animus pugnandi, Barreto adesso viene etichettato da una buona fetta di tifosi come un mercenario, un giocatore che mette l’aspetto economico in cima alla lista delle sue priorità. Con l’aggravante, in questo caso, del suo status di capitano. Ed è il motivo per cui viene invitato a togliersi la fascia per consegnarla a qualche altro compagno (Maresca e Sorrentino sono i nomi con il più alto indice di gradimento). Le parole di Carrozzieri, in questo contesto, certamente non contribuiscono a stemperare i toni di una polemica alimentata nei giorni scorsi anche dall’intervento della moglie di Barreto, Rocio, che sui social si è intromessa nella vicenda prendendo le difese del marito: Edgar è il capitano perché se lo merita, avrebbe potuto giocare in A anziché restare in B con il Palermo, si è ritirato dalla Nazionale per preservarsi a livello fisico. Perché dovrebbe rinnovare accettando un taglio dall’ingaggio del 30%, quando chiunque rinnovi lo fa per guadagnare di più? Lui deve pensare anche alla sua famiglia e ai suoi figli. A noi piacerebbe restare. Tutti chiedono riconoscenza a Edgar, ma quanti di voi gli sono riconoscenti?”.
E adesso che succederà? Iachini ha le idee chiare e le ha ribadite nei giorni scorsi sottolineando che Barreto è un giocatore del Palermo e resterà il capitano ma, in questo clima di rottura totale tra il giocatore e la società, rischia di deteriorarsi anche il rapporto con i tifosi. Se poco prima del fischio d’inizio della gara contro il Napoli il nome del numero 8 era stato accompagnato dai fischi di una minoranza al momento della lettura delle formazioni, in occasione del match casalingo contro la Juventus (domenica contro l’Empoli il paraguaiano non ci sarà in quanto squalificato) la voce del fronte anti-Barreto potrebbe avere un’eco più ampia. Un coro che potrebbe cavalcare l’onda delle critiche riconducibili anche all’espulsione evitabile rimediata domenica scorsa a Roma contro la Lazio nelle battute conclusive dell’incontro. La buona fede non è in discussione ma, in ogni caso, quel gesto è la spia di qualcosa che non funziona. La fotografia dello stato d’animo di un giocatore che ha perso serenità.