La deflagrazione avvenne a novembre del 2019 e portò alla morte di cinque persone. Tra queste anche la moglie del titolare Vito Costa, una delle tre persone raggiunte dalla misura cautelare. Gli altri due sono Corrado e Antonino Bagnato, quest'ultimo rimasto ferito
Barcellona, arresti per esplosione alla fabbrica di botti Disastro causato dall’uso incauto di una smerigliatrice
Ci sono tre arresti per l’esplosione alla fabbrica di fuochi d’artificio avvenuta a fine novembre di due anni fa a Barcellona Pozzo di Gotto, quando a perdere la vita furono Giovanni Testaverde, Mohamed Mannai Tahar, Fortunato Porcino e Vito Mazzeo, operi di una ditta che stava eseguendo dei lavori, e la moglie del titolare Venera Mazzeo. La misura cautelare è stata emessa proprio nei confronti del vedovo Vito Costa, e di Corrado e Antonino Bagnato, di 65 e 38 anni. Quest’ultimo nell’esplosione Per loro l’accusa è di disastro e omicidio colposo.
«Le indagini sono state molto complesse, derivanti da uno scenario complicato legato alla tipologia dell’evento. Il Ris di Messina ha fatto un grandissimo lavoro e anche il nucleo ispettorato del lavoro – ha dichiarato Lorenzo Galizia, capitano della Compagnia dei carabinieri di Barcellona Pozzo di Gotto, ai microfoni di Radio Fantastica -. Abbiamo potuto certificare che questi operai che stavano lavorando all’interno dell’edificio deputato a stoccare gli artifici pirotecnici; l’uso di una smerigliatrice ha prodotto delle scintille che hanno innescato l’esplosione. Molti reperti sono stati trovati a centinaia di metri, questo rende l’idea – ha concluso il capitano – della potenza dell’esplosione e dello scenario trovato dai primi soccorritori».