L'uscente Francesco La Rosa e l'ex assessore Massimiliano Conti domenica prossima si contenderanno la fascia di primo cittadino. La campagna elettorale passa anche dalle posizioni sull'impianto satellitare di contrada Ulmo. Entrambi i contendenti sembrano ragionare in un'ottica di convivenza con le parabole
Ballottaggio Niscemi, al voto pensando al Muos I due candidati puntano al risarcimento dei danni
Compensazioni, risarcimenti, monitoraggi. Sul Muos di Niscemi va in scena la real politik dei due candidati sindaco che si sfideranno al ballottaggio previsto per domenica. Massimiliano Conti e Francesco La Rosa, durante l’ultimo dibattito in Tv su Rete Chiara, non menzionano neanche una volta l’espressione No-Muos. È il segno che i due candidati non sono in cerca della preferenza da parte di chi, come il comitato Mamme no-Muos, ha condotto in questi anni le battaglie sul territorio. E anche il sintomo di una svolta nella politica cittadina: le antenne sono lì e lì dovranno restare, tanto vale adoperarsi per ottenere compensazioni (come avvenuto ad Aviano, suggerisce qualcuno) e risarcimenti, oltre all’installazione di centraline di monitoraggio efficienti per controllare l’inquinamento delle onde elettromagnetiche.
Il candidato sindaco La Rosa, che al primo turno diceva «io sono no-Muos», parla adesso di «sicurezza per i cittadini» in riferimento alle centraline di monitoraggio che il governo italiano ha promesso di installare. «Era qualcosa di previsto – spiega La Rosa -. Prima possibile devono montarle, visibili a tutti per quanto riguarda il controllo. Sul resto io dico che dobbiamo iniziare a parlare di cose serie con il governo. Chiederemo i danni per quello che hanno realizzato e il controllo». Per La Rosa, che adesso auspica un rapporto diverso con Roma, «bisogna ripartire daccapo nei rapporti». «Ho avuto un incontro con il sottosegretario alla difesa Latorre e un altro incontro è stato già chiesto con il ministro», sottolinea.
«Sul Muos – afferma invece Conti – c’è una posizione chiara. Abbiamo il timore che l’inquinamento, soprattutto sommato a quello prodotto dall’Enichem, ci abbia danneggiato in termini di salute. È una battaglia anche di carattere personale, tanto che da assessore ho attivato la procedura di risarcimento per equivalente, prevista dal codice Ambiente. Abbiamo in mente di interloquire con lo Stato. Per fare ciò – prosegue – abbiamo chiesto e chiederemo l’intervento della Regione e dello Stato per il diritto alla salute, come la possibilità di avere un presidio sanitario all’altezza. Il Muos è una questione che ci preoccupa e ci vedrà interessati e protagonisti in ogni battaglia per il diritto alla salute. Senza quei racconti sensazionali, come l’incontrare il presidente Usa, il nostro interlocutore è lo Stato italiano».
Prosegue, intanto, il porta a porta nelle ultime ore della campagna per le amministrative a Niscemi, prima del silenzio elettorale della mezzanotte di venerdì. A sfidarsi sono due candidati molto diversi che però hanno anche condiviso un pezzo del percorso amministrativo. Fino al 2015 l’avvocato Conti è stato assessore del sindaco La Rosa, prima di uscire dalla giunta e iniziare un percorso autonomo che lo ha infine portato alla candidatura a sindaco. «Non sono figlio politico di nessuno – mette in chiaro Conti -. Da diversi anni ho costruito la mia storia politica e personale. Vi è stata una collaborazione in passato, culminata nel 2015 quando ho rassegnato le dimissioni». Al primo turno Conti (che ha un profilo di centrodestra, durante la campagna si è fatto vedere anche con il presidente di Diventerà bellissima Nello Musumeci) ha ottenuto il risultato migliore. Ma con il 28,81 per cento delle preferenze non ha sfondato, anche per via dell’elevato numero di candidati sindaco.
Dietro di lui il sindaco uscente, Francesco La Rosa, con il 21,83 per cento. Anche cinque anni addietro La Rosa partì da secondo e adesso dice «sono abituato alle rimonte». Chi vincerà il ballottaggio avrà la maggioranza in consiglio comunale con dieci consiglieri eletti tra le liste che hanno superato la soglia del 5 per cento, ovvero due liste per ciascun candidato. Allo sconfitto la legge elettorale garantisce un posto in consiglio comunale. Nessun apparentamento è stato effettuato.
La legge elettorale siciliana penalizza chi non si allea con nessuno. È il caso del Movimento 5 Stelle che a fronte di un buon risultato del candidato sindaco, Roberto Cunsolo, che ha ottenuto il 10 per cento con 1.448 voti, rimarrà certamente fuori dal civico consesso. Non sono bastati i 469 voti alla lista, pari al 6,32 per cento per ottenere un seggio. Gli scranni rimanenti – tolti quelli che andranno alle coalizioni di La Rosa e Conti – andranno alle liste di Carmelo Giugno, il professore arrivato terzo al primo turno, e al quarto classificato per numero di voti, Luigi Cinquerrui, candidato di Italia dei Valori e Iniziativa Democratica (solo quest’ultima ha superato il quorum e in consiglio andrà Giuseppe Di Martino).
«Con giovani e professionisti – è l’appello di Conti – abbiamo lanciato un messaggio nuovo che ha avuto il riscontro di più di quattromila preferenze. Abbiamo coinvolto volti nuovi, con candidati tra i più votati e le prime due liste più votate all’elezione del primo turno». «Una buona amministrazione viene ripagata dai suffragi – ribatte La Rosa -. Nel 2007, dopo aver fato l’assessore ricevetti 621 voti, quando si votava con una sola preferenza. Fare alleanze e trovare candidati non è facile e i voti che abbiamo ricevuto sono tutti sudati».