Baldo Gucciardi: “Lo sbarellano o no, lo sbarellano o no”… Perdere il posto di capogruppo al ritmo di Fotoromanza

IL PRESIDENTE DEL GRUPPO PARLAMENTARE DEL PD A SALA D’ERCOLE RISCHIA DI ESSERE SFIDUCIATO DAI CUPERLIANI. E DI NON ESSERE APPOGGIATO DAI RENZIANI NELL’EVENTUALE ‘CORSA’ ALLA VICE PRESIDENZA DELL’ARS

Ricordate il motivo di Fotoromanza, celebre canzone di Gianna Nannini?

“Ti telefono o no, ti telefono o no,
io non cedo per prima
Mi telefoni o no, mi telefoni o no
chissà chi vincerà…

Ebbene, lo stesso motivo, ovviamente cambiando qualche parola, in queste ore, lo cantano a Baldo Gucciardi, il traballante capogruppo del PD all’Ars:

“Lo sbarellano o no, lo sbarellano o no
lui non cede per primo
Mi sbarellano o no, mi sbarellano o no,
chissà chi vincerà…

Insomma, per dirla in breve, mai come in questo momento il capogruppo del PD all’Ars rischia di essere ‘sbarellato’, ovvero ‘sfiduciato’ da un bel numero di parlamentari del suo Partito, che di Baldo non ne vogliono più sapere.

Che ha combinato Gucciardi da meritarsi la sfiducia? Per anni è stato esponente della corrente del PD ‘Innovazioni’, che era capeggiata da due esponenti del Partito Democratico caduti in disgrazia: Francantonio Genovese, travolto dallo scandalo dei corsi di formazione professionale a Messina, e Nino Papania, non ricandidato alle ultime elezioni politiche nazionali. Scomparsa questa corrente per ‘ovvi’ motivi, Baldo è passato, armi e bagagli, con il senatore Giuseppe Lumia e il presidente Rosario Crocetta, che parla male di Genovese, ma non disdegna di ‘imbarcare’ genovesiani tra i suoi. La coerenza, prima di tutto…

Ad inizio legislatura, Gucciardi – eletto nel collegio di Trapani (potenza elettorale di Papania) – è stato designato capogruppo del PD. Ma adesso, con la spaccatura del Partito Democratico a Sala d’Ercole (e anche fuori), Gucciardi è finito in minoranza. Oggi, infatti, all’Ars, i deputati cuperliani sono in maggioranza, all’interno del gruppo, rispetto ai renziani.

Clamoroso – anche se dalla stampa poco ‘gettonato’ – quello che è avvenuto qualche giorno fa, quando Lumia, con uno dei suoi colpi di ‘genio’, ha provato a far ‘imbarcare’ nel gruppo parlamentare del PD quattro deputati del Megafono per ‘soffiare’ il controllo dello stesso gruppo ai cuperliani.

La manovra l’avevano preparata bene: con la scusa che il PD deve essere un partito “aperto”, quattro deputati del Megafono avrebbero trovato posto nel gruppo parlamentare del PD, determinando il ribaltone, ovvero mettendo in minoranza i cuperliani.

Questi ultimi – dovrebbero essere da dieci a undici deputati – hanno scritto una lettera al presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone (ne abbiamo parlato qualche giorno fa), sottolineando il fatto che, a norma del regolamento di Sala d’Ercole, la confluenza di parlamentari in un gruppo deve passare da un voto dello stesso gruppo parlamentare, che deve esprimersi a maggioranza assoluta.

Il presidente Ardizzone – che il regolamento lo conosce – ha preso atto della richiesta corretta dei deputati cuperliani. Morale: i quattro parlamentari del Megafono di Rosario Crocetta sono rimasti fuori dalla porta del gruppo parlamentare del PD a prendere aria…

Ovviamente, il ‘colpo gobbo’ tentato – con insuccesso – da Gucciardi, che in quanto capogruppo del PD (e in quanto vicino all’accoppiata Lumia-Crocetta) ha provato a far passare l’arrivo dei deputati del Megafono, non è passato inosservato.

I cuperliani starebbero maturando una mossa: la mozione di ‘sfiducia a Gucciardi, per ‘sbarellarlo’ da capogruppo. A quanto si racconta, l’avevano avvertito: “Baldo, se non combini casini con Lumia e Crocetta resti, sennò…”.

Gucciardi, per un mese e più è rimasto buono: manco parlava più. Poi, qualche giorno fa, ‘aizzato’ da Lumia e Crocetta, ha tentato il già citato ‘colpo gobbo’ ed è addirittura tornato a favellare: ma gli è andata male.

Così, adesso, lo vorrebbero ‘sbarellare’.

Lui, Gucciardi, una bella contromossa l’avrebbe già preparata da tempo: candidarsi alla vice presidenza dell’Ars. I cuperliani – almeno così si racconta – gli avrebbero fatto un’offerta: “Se ti dimetti da capogruppo eviti di beccarti la sfiducia e noi ti votiamo come vice presidente dell’Ars”. E pare che siano sinceri.

Il problema, per Baldo, è che a votarlo dovrebbero essere anche i suoi amici renziani. Ma qui l’asino rischia di cascare e di farsi pure male. Perché i renziani, che all’ ‘affacciata’ gli dicono: “Tranquillo, Baldo, ti votiamo”, in realtà, sottobanco – come racconteremo con dovizia di particolari in un’Analisi che pubblicheremo domani mattina – avrebbero già l’accordo con Santi Formica per votarlo. Avete letto bene: i renziani potrebbero votare un esponente del centrodestra per la vice presidenza dell’Ars. 

Così il nostro Baldo si ritrova tra l’acqua e il fuoco: da una parte i cuperliani che lo vogliono ‘sbarellare’ da capogruppo, offrendogli in cambio – per evitargli l’onta della sfiducia – la possibilità che si dimetta, promettendogli il loro appoggio nella ‘corsa’ alla vice presidenza dell’Ars; dall’altra parte i renziani, suoi ‘alleati’, che gli diranno: “Ti appoggiamo”, pur sapendo che potrebbero votare per Fomica.

Insomma, ovviamente politicamente parlando, o annega o si brucia…


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