Dalle carte dell'operazione Notte bianca, che ha portato ieri all'arresto di 14 persone emergono particolari sulle modalità con cui il gruppo comunicava, nel tentativo di non essere scoperto. La merce quando non era trovata di gradimento veniva definita «macchina difettosa»
Avola, droga chiamata come pezzi di automobili Le donne facevano sia da corrieri che da pusher
Pezzi di ricambio per le auto. Da comprare, evitando quelli difettosi. Emergono nuovi dettagli dell’operazione Notte bianca, portata a termine ieri dai carabinieri, con l’esecuzione ad Avola di 14 provvedimenti cautelari per traffico e spaccio di droga. Si tratta del linguaggio in codice utilizzato dagli esponenti del gruppo per comunicare tra loro, cercando così di non essere scoperti. Tentativo vano, con gli investigatori che sono riusciti a ricostruire il vocabolario ideato, analizzando le oltre 23mila comunicazioni telefoniche intercettate tra novembre 2015 e gennaio 2016.
Il gruppo aveva identificato in Antonino Vicino – il catanese divenuto canale di approvvigionamento degli stupefacenti – il pizzaro, il rivenditore dei pezzi di ricambio. La merce invece veniva chiamata di volta in volta facendo riferimento a motori, veicoli e altre parti meccaniche, come testate e turbine. E quando la droga non risultava buona come si credeva fosse ci si lamentava per aver ricevuto un’auto «difettosa».
Ad avere un ruolo nella compravendita della droga erano anche le quattro donne arrestate. Come nel caso di Sonia Silvia, compagna di Gianluca Liotta, e per questo disposta a fare sia da corriere che da pusher, o Cristina Ferrara, che oltre a vendere in strada la droga si adattava anche al ruolo di autista del compagno Domenico Bruni. Coinvolte anche la 44enne Grazia Macca, che gli investigatori ritraggono come la custode della droga acquistata dal compagno Salvatore Santoro, e Valentina Rocca, pusher.
Sempre di donne si parla quando si fa riferimento all’inizio dell’inchiesta. In questo caso, però, si tratta delle madri dei giovanissimi consumatori, a cui il gruppo vendeva cocaina, hashish e metadone. Sono alcune di loro ad aver denunciato il giro in cui erano finiti i propri figli, permettendo ai carabinieri di muovere i primi passi nelle indagini.