A Catania, all’inizio del mese di dicembre, la tassa di soggiorno ha subito un aumento. Di fronte alle nuove tariffe rincarate, subito sono emerse diverse critiche da parte delle opposizioni. «Purtroppo i timori espressi in commissione e in aula si sono rivelati fondati». Timori che i gruppi consiliari del Movimento cinque stelle e del Partito […]
Aumento della tassa di soggiorno a Catania: «Penalizza solo i turisti più poveri»
A Catania, all’inizio del mese di dicembre, la tassa di soggiorno ha subito un aumento. Di fronte alle nuove tariffe rincarate, subito sono emerse diverse critiche da parte delle opposizioni. «Purtroppo i timori espressi in commissione e in aula si sono rivelati fondati». Timori che i gruppi consiliari del Movimento cinque stelle e del Partito democratico, ma anche Alleanza sinistra italiana e verdi e Controcorrente avevo già espresso in occasione dell’approvazione del nuovo Regolamento sull’imposta di soggiorno.
L’aumento della tassa di soggiorno a Catania
«L’amministrazione ha deciso unilateralmente e senza confrontarsi con la maggior parte degli operatori del settore, di aumentare le tariffe fino a più del 50 per cento». Per le opposizioni, in sostanza, si tratta di un «aumento sproporzionato e non graduale». Per questo motivo, chiedono che le tariffe vengano riviste. «L’aumento – denunciano ancora – colpisce i turisti più poveri e tutela i più ricchi. Nelle strutture economiche come campeggi, ostelli, affittacamere e B&b, l’imposta raggiunge fino al 20 per cento del costo reale del pernottamento. Mentre – aggiungono – nelle categorie intermedie pesa tra il sei e il dieci per cento e negli hotel di fascia alta scende fino all’uno per cento».
«Avvantaggia gli hotel di lusso»
Secondo quanto analizzato dall’opposizione, l’aumento delle tariffe della tassa di soggiorno nella città di Catania sarebbe a rischio di illegittimità. «Perché il D.Lgs. 23/2011 impone che la tassa sia commisurata alla tipologia della struttura. L’amministrazione del sindaco Enrico Trantino, invece – sostengono – ha penalizzato le strutture più economiche, avvantaggiando gli hotel di lusso». Per M5s e Pd, infatti, la mancanza di differenziazione tra le strutture «dimostra anche una mancanza di visione rispetto allo sviluppo turistico della città. Penalizzare il turismo accessibile – sottolineano in una nota – significa impedire ai giovani e agli studenti di conoscere Catania oggi, riducendo il mercato turistico di domani».
La richiesta di rimodulare le tariffe

«Se l’amministrazione vuole confermare la strada dell’aumento – e anche su questo ci sarebbe da ridire vista la scarsità dei servizi offerti al turista e al cittadino – quantomeno si faccia in misura proporzionale. E senza penalizzare le categorie più fragili come giovani, studenti e famiglie». I gruppi consiliari di minoranza chiedono, inoltre, «massima trasparenza sulla destinazione delle risorse derivanti dalla tassa di soggiorno e l’impegno a renderne pubblica la rendicontazione annuale». Non solo. In prima battuta, dall’opposizione arriva la richiesta per una «rimodulazione della delibera approvata dalla Giunta. E – concludono – un tavolo con le categorie più rappresentative. Per stabilire insieme la strategia migliore per l’adeguamento dell’imposta».