All'interno di edifici pubblici e privati, sono diversi i progetti per prendersi cura dei più piccoli mentre papà e mamma vanno a lavorare. L'ultima, in ordine di tempo, è la struttura voluta dall'Ordine degli avvocati del capoluogo, finanziata dagli stessi legali
Asili nido aziendali: conciliare lavoro e ruolo di genitore Palermo è capofila dei pochi esperimenti fatti in Sicilia
Una Sicilia un po’ più moderna, almeno sulle possibilità di conciliare lavoro e famiglia. Si tratta degli asili nido aziendali che permettono di dare un po’ di respiro alle tante mamme e ai tanti papà lavoratori, rendendo più semplice coniugare le esigenze lavorative con l’attenzione per i figli. In quello che si configura come un grande incentivo al lavoro femminile, ma non solo. Ai microfoni di Radio Fantastica e in onda su Sestarete, durante la trasmissione Direttora D’Aria è stato fatto il punto sugli asili nido aziendali in Sicilia. Dal nuovo baby parking a Palermo, passando dall’Università dei piccoli convenzionata con Unipa, fino agli asili all’interno dei locali dei tribunali di Marsala e Siracusa. Un argomento che non è da sottovalutare se si considera che da gennaio sarebbero dovuti scattare i Livelli essenziali di prestazione (Lep) che avrebbero dovuto prevedere l’implementazione degli asili anche nell’Isola, che registra il record negativo per carenza di posti disponibili: seconda in classifica con una carenza di circa 31mila posti.
A detenere il record positivo è però Palermo. Il tribunale, per iniziativa dell’Ordine professionale degli avvocati, ha individuato un baby parking che sarà attivo da questo lunedì dalle 9 alle 13, per i bambini – dai neonati fino ai 6 anni – utilizzabile tramite prenotazione su Whatsapp, fino al limite di 30 bambini al giorno. Tutto totalmente gratuito. «Il confronto con l’intera categoria ci ha permesso di renderci conto di alcune difficoltà per molti colleghi – ha spiegato il presidente dell’Ordine degli avvocati di Palermo Antonello Armetta – ci sono avvocati che spesso sono costretti a lasciare da soli i propri figli perché magari hanno udienza fuori sede, o per ragioni economiche non possono permettersi un asilo nido, da lunedì potranno usufruire di un servizio che paghiamo noi».
Palermo non è nuova a questo genere di iniziative. Anche l’azienda sanitaria provinciale mette a disposizione del proprio personale una struttura dedicata ai più piccoli. Così come una nota azienda di telefonia è stata la prima, proprio nel capoluogo, a implementare un servizio dedicato ai propri dipendenti che permette di conciliare lavoro e famiglia. «Abbiamo provato a realizzarlo all’interno dei locali del tribunale come fatto a Marsala e a Siracusa – ha precisato Armetta – ma servivano degli spazi adeguati e siamo stati costretti a ripiegare su una struttura convenzionata». In quello che, per il momento rimane un progetto pilota con soli 30 posti disponibili. «Più avanti potremmo modificare, speriamo in aumento, la disponibilità. Un investimento per il futuro – lo ha definito il presidente dell’Ordine – attuato con un avanzo di gestione che ritorna in termini di benessere e di consapevolezza del rapporto tra ordine e iscritti. Un gesto che serve ai colleghi per comprendere che c’è qualcuno che sta al loro fianco. E che, sono sicuro – ha concluso – farebbero tutti gli ordini professionali se avessero le risorse».
Oltre ai comparti giustizia e sanità, anche quello dell’istruzione sembra rimanere al passo coi tempi. L’Università dei piccoli, il servizio dedicato al personale docente e amministrativo di Unipa, nonché anche ad assegnisti e ricercatori, esiste da diversi anni e, dal 2012, è gestito dalla cooperativa Liberamente. «Da qualche anno abbiamo aperto anche al territorio – ha spiegato in trasmissione Maria Rita Radicelli, presidente di LiberaMente – perché, a seguito della carenza di strutture idonee, abbiamo molte richieste». Il servizio copre gli orari lavorativi del personale fino alle 17.30 per quella che Radicelli definisce «una grandissima opportunità anche per le mamme in allattamento, con appositi spazi dedicati». Come mai, allora, in Sicilia si registrano ancora poche iniziative del genere? «A Palermo siamo ancora troppo pochi – ammette Radicelli – ed è un peccato che la nostra Regione non lo sfrutti. Noi ci stiamo attivando anche per un servizio vicino agli ospedali, per essere usufruibile anche da medici e infermieri». Esperimenti, alcuni ormai consolidati, per aiutare i genitori nella vita quotidiana. Dando una mano laddove il pubblico è decisamente carente.