Asili nido, anomalie nelle offerte in gara Iannitti: «L’amministrazione brancola nel buio»

«Non si capisce a chi affidare il servizio perché tre offerte in gara hanno giocato a un ribasso economico eccessivo». È questa la motivazione che sta portando il Comune di Catania a rallentare le procedure per l’assegnazione del servizio degli asili nido e per il loro avvio già in ritardo sulla tabella di marcia. A spiegarlo è l’assessore al Welfare Angelo Villari a margine di un incontro con le lavoratrici ausiliarie delle cooperative, i rappresentanti delle forze sindacali e il leader di Catania bene comune Matteo Iannitti. «Oggi pomeriggio la commissione tecnica ci farà sapere se l’assegnazione verrà fatta o meno», precisa Villari. I tempi sono stretti perché lunedì prossimo, 16 febbraio, è il termine ultimo per l’avvio di un servizio che dovrebbe essere attivo, secondo la gara di bando, già dall’indomani. «Prima però incontreremo le associazioni sindacali confederate e di base, e la struttura vincitrice perché – sottolinea con soddisfazione Villari – in questa vicenda il Comune ha un ruolo di garanzia sia dal punto di vista della qualità educativa offerta dagli enti sia dei livelli occupazionali».

Meno soddisfatto appare Iannitti che definisce l’incontro «inconcludente» a causa dell’assenza della responsabile degli asili nido Grazia Scalia e del direttore dei servizi sociali Corrado Persico. «L’amministrazione non chiarisce nulla e dà l’impressione di brancolare nel buio, nonostante le buone intenzioni declamate da Villari», afferma il leader di Catania bene comune. E scende nei particolari: «Le lavoratrici, che non percepiscono lo stipendio da novembre 2014, non sanno ancora di quale morte moriranno e ancora una volta l’amministrazione non sa come organizzare il servizio». Iannitti, che ha seguito la vertenza dall’inizio, sostiene che a questo punto palazzo degli Elefanti per salvare la situazione possa scegliere soltanto tra un ristretto ventaglio di possibilità: rivedere il bando con l’obiettivo di ampliare il personale preposto al servizio oppure chiudere la metà delle strutture comunali. «Vogliamo ben sperare che l’ultima opzione non venga assolutamente presa in considerazione ma – prosegue Iannitti – siamo stanchi di trovare da una parte grande disponibilità a fare tavoli tecnici e dall’altra un muro di gomma nei momenti di concertazione». E sottolinea come lo stato di precarietà generato da incontri senza conclusione possa «fare decidere a un genitore di portare il figlio in una struttura privata».

C’è grande amarezza anche tra le lavoratrici ausiliare delle cooperative degli asili nido, cinquanta delle quali formano il fronte degli esuberi di personale previsti dal nuovo bando. «L’unica soddisfazione sta nella constatazione che oggi l’assessore ha evidenziato alcuni dei problemi organizzativi che noi urliamo da un anno e mezzo», afferma la dipendente della cooperativa Progetto Vita Giusy Mavilla. Che aggiunge: «Peccato che di avere torto o ragione non ci interessi nulla e quello che desideriamo è solo riuscire a trovare un punto d’incontro tra le nostre esigenze, quelle del Comune e quelle delle strutture future». L’ansia delle lavoratrici cresce di ora in ora a fronte degli incontri serrati tra ente comunale e dirigenti tecnici che decideranno il futuro degli asili nido e quello dei loro posti di lavoro. «Usciamo da questa riunione con un briciolo in più di speranza per gli incontri dei prossimi giorni», confida Mavilla. Che, insieme alle colleghe non percepisce lo stipendio da quattro mesi. «La Progetto vita ci ha fatto sapere che a partire da mercoledì 11 febbraio potremo ritirare le mensilità, mentre per quanto riguarda le altre cooperative ancora non sappiamo nulla», conclude la lavoratrice. 

Cassandra Di Giacomo

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