Un gruppo di imprenditori, che si muovono tra San Cono, Rocca Palumba, San Margherita Belice e l'Etna, ha immaginato di sfruttare al cento per cento una delle piante simbolo dell'isola. Domani il webinar di presentazione
EbioScart-GoFico, scoprire la ricchezza dei ficodindia Il progetto siciliano per creare economia dagli scarti
Riuscire a trasformare in risorse gli scarti dei ficodindia. Questo il cuore del progetto EbioScart-GoFico, che parte in Sicilia grazie all’impegno di un gruppo di imprenditori agricoli che si muovono nella filiera costituita dai poli di San Cono, Rocca Palumba, San Margherita Belice ed Etna.
Domani è in programma un seminario scientifico, che sarà visibile anche sulla pagina Facebook, moderato dall’agronomo Carmelo Danzì. Previste le relazioni di Marco Pagliaro, primo ricercatore del Cnr di Palermo, Biagio Fallico e Giuseppe Timpanaro, del dipartimento Agricoltura dell’Università di Catania. Chiuderà i lavori il dirigente generale del dipartimento regionale Agricoltura Dario Cartabellotta.
Il progetto usufruisce anche di una serie di partnership, a partire da quella con il Parco scientifico e tecnologico della Sicilia (Psts), e punta a realizzare una formula di agricoltura 4.0. Dagli scarti del ficodindia, infatti, è possibile estrarre pectine, betanine, mucillagini, olio di semi; tutte risorse ricercate dalle industrie parafarmaceutiche, nutraceutiche e cosmesi, capaci di raddoppiare l’economia del frutto. «Il progetto punta all’utilizzo dei derivati del prodotto tipico delle produzione agricole siciliane, cioè il ficodindia, le cui sostanze – dichiara il presidente del Psts Giuseppe Scuderi – oltre al frutto, sono importantissime perché consentono di mettere a punto dei prodotti utili per la cura di alcune patologie come quelle dell’apparato digerente».