Il Movimento 5 stelle questo pomeriggio depositerà il documento su cui l'aula dovrà pronunciarsi. «Anche volendoci sforzare al giro di boa della legislatura non troviamo veramente nulla di buono tra le cose realizzate», dicono i deputati
Regione, M5s presenta sfiducia a Nello Musumeci «Zero riforme e un rosario di disastri, vada a casa»
«Solo chiacchiere e zero riforme. Musumeci deve andarsene, per il bene dei siciliani». Questo l’antipasto con cui il Movimento 5 stelle anticipa la presentazione in aula della mozione di sfiducia al presidente della Regione. Nel mirino dei pentastellati ci sono quelli che sono ritenuti i passi falsi del governo. «Dalla catastrofica gestione della cassa integrazione in deroga al disastro del settore rifiuti – si legge in una nota a firma del capogruppo Giorgio Pasqua – Dalla mancata redazione dei piani di rientro del disavanzo, alla scriteriata gestione dei fondi europei, a quella, altrettanto fallimentare, delle partecipate; dalle nomine sbagliate alla totale assenza delle tanto strombazzate riforme».
Per i cinquestelle «l’azione dell’esecutivo Musumeci è stata un rosario di fallimenti, una litania ininterrotta di tracolli». Critiche anche al discorso fatto in aula la settimana scorsa dal governatore. «Una sorta di autocelebrazione del nulla, la Sicilia che ha tratteggiato non esiste nella realtà». E alla mai digerita nomina ad assessore ai Beni culturali e all’Identità siciliana del leghista Alberto Samonà. «Un partito (la Lega, ndr) che da sempre – continua la nota – mortifica e oltraggia il popolo siciliano. L’operazione è stata realizzata in base a mere convenienze politiche e a interessi che poco hanno a che vedere con l’interesse per il nostro patrimonio monumentale e artistico».
La mozione di sfiducia poggerà anche sullo scandalo sanità che ha trovolto Antonio Candela, l’uomo chiamato da Musumeci a guidare il comitato tecnico scientifico per l’emergenza Covid. «Anche volendoci sforzare al giro di boa della legislatura non troviamo veramente nulla di buono tra le cose realizzate, né c’è traccia delle riforme tanto strombazzate da Musumeci in campagna elettorale».