Il retroscena della riunione a porte chiusissime dei deputati del Movimento 5 Stelle all'Ars. Come nel film di Paolo Genovese, le «scatole nere» sono rimaste sulla scrivania, mentre le urla riecheggiavano nel cortile della fontana
M5s, il conclave fiume in stile Perfetti sconosciuti Cellulari sul tavolo. «Da ora si valuta di volta in volta»
Sulla carta era una riunione politica, invece sembrava l’ennesimo remake di Perfetti Sconosciuti. Sembra essere stato il film di Paolo Genovese, campione di incassi e record di rifacimenti della storia del cinema italiano, ad aver ispirato la riunione a porte chiusissime dei deputati 5 Stelle all’Ars. Così come avvenuto nel film, infatti, anche i protagonisti della riunione si sono accomodati nelle stanze del gruppo che si affacciano sul cortile della fontana di Palazzo dei Normanni, lasciando i cellulari sul tavolo, con tanto di invito a non rispondere a nessun cronista. E, sembrerebbe, pure un controllore dei messaggi in entrata da parte dei giornalisti, alla ricerca della gola profonda che ha fatto infuriare diversi componenti del gruppo.
Un confronto serrato, quello di ieri, durato anche questa volta diverse ore, nel quale i deputati sono tornati a cercare di fare chiarezza su quale deve essere la linea da tenere in Assemblea. Non sono mancati i momenti di tensione, riportati da chi, all’esterno delle chiuse stanze, sentiva le voci che riecheggiavano dal cortile. Eppure una quadra, i cinquestelle in salsa sicula la stanno tentando, eccome. Opposizione dura e pura al governo Musumeci o una linea più interlocutoria? Alla fine non si è arrivati alla spaccatura tra le due posizioni e i deputati hanno deciso che si valuterà di volta in volta come procedere.
«Perché quest’ansia nel voler guardare attraverso il buco della serratura?», si sfoga il capogruppo pentastellato, Giorgio Pasqua, commentando le insistenti richieste dei cronisti di avere notizie sull’incontro. «Il nostro – prosegue – è stato un confronto dialettico com’è inevitabile che avvenga all’interno di una forza politica. Abbiamo discusso e continueremo a farlo, a confrontarci, ad esprimere i diversi punti di vista. Per il momento, restiamo fedeli alla linea di sempre: laddove ci sarà da votare per il bene dei siciliani, il Movimento sarà pronto a fare la sua parte. Ma il governo porti in aula proposte di legge valide e che puntino allo sviluppo, non continui a perseverare su irricevibili tabelle H».
Insomma, proprio come in Perfetti Sconosciuti. I cellulari sul tavolo, quelle «scatole nere» delle nostre vite. Le tensioni nel vedere gli schermi illuminarsi per via delle telefonate o dei messaggi dei giornalisti. E poi, quelle parole di Pasqua, che ricordano un’altra scena celeberrima del film, amata dai più romantici, con un incantevole Marco Giallini che si rivolge alla moglie (interpretata da Kasia Smutniak) ammettendo di aver imparato a «saper disinnescare, a non trasformare ogni discussione in una lotta di supremazia. Le uniche coppie che vedo durare – aggiunge Giallini nel film – sono quelle dove uno dei due, non importa chi, riesce a fare un passo indietro. E invece sta un passo avanti».
Eccolo lì, il passo indietro dell’ala più propensa alla linea di opposizione «dura e pura». «Valuteremo di caso in caso». In una tregua armata che potrebbe tenere, intanto, per l’intera sessione di bilancio. Oltre aprile, in molti si dicono poco ottimisti sul futuro.