Sull'impianto catanese il presidente della Regione difende la proroga dell'Aia data dal dipartimento, ma annuncia l'avvio del processo di revisione per la Valutazione d'impatto ambientale data nel 2009. «Per me quell'impianto non può essere più usato»
«Sulla discarica Oikos ok alla revisione della Via» Musumeci chiede l’intervento dell’Anticorruzione
Nessuna revoca dell’Aia. Ma «l’avvio in autotutela del processo di revisione della Via data nel 2009». E ancora: un piano di monitoraggio delle misure olfatto metriche da parte dell’Arpa, e la richiesta «all’Autorità nazionale anticorruzione di verificare se la condotta illecita accertata dalla magistratura sul dirigente Cannova e sull’ex proprietairo Proto possa comportare misure straordinarie di gestione per la prevenzione del rischio corruttivo». Il presidente della Regione Nello Musumeci convoca una conferenza stampa a Catania per annunciare i provvedimenti che intende prendere in merito alla discarica della Oikos tra Motta Sant’Anastasia e Misterbianco.
Lo fa dopo l’affondo del presidente della commissione Antimafia regionale Claudio Fava che – partendo dalle motivazioni della sentenza del Tribunale di Palermo che ha condannato per corruzione, tra gli altri, il funzionario Gianfranco Cannova e l’imprenditore Domenico Proto – chiede conto e ragione dell’operato del governo regionale. In quelle motivazioni si certifica «il patto corruttivo» tra Cannova e Proto, «una missione distorta volta a ottenere con ogni mezzo l’ampliamento delle discariche» del privato. Il riferimento è all’autorizzazione concessa a Oikos nel 2009 per Valanghe d’Inverno. La sentenza di condanna arriva a luglio del 2019, le motivazioni vengono depositate a dicembre. In mezzo, però, nel mese di agosto, il dipartimento regionale Rifiuti proroga per dieci anni alla società l’Autorizzazione integrata ambientale. «L’Aia era scaduta nel 2014 – sottolinea Musumeci – la Oikos aveva fatto richiesta di proroga nel 2013. La scorsa estate il dirigente, e non l’organo politico che non deve neanche esprimere parere su queste cose, l’ha concessa. La durata di dieci anni la stabilisce una legge nazionale del 2013. Non c’è stato aumento di cubatura e l’autorizzazione vale solo per i rifiuti secchi, in modo da attenuare il disagio olfattivo».
Secondo la tesi difensiva del governo regionale e del dipartimento, per mettere davvero in discussione l’impianto della Oikos serve ripartire dalla Via, che non viene rivista da dieci anni, e cioè dal procedimento che valuta gli effetti che il progetto ha sull’ambiente circostante. Al contrario, sempre secondo Musumeci, la proroga dell’Aia – autorizzazione che serve a verificare se l’impianto sia in regola dal punto di vista ambientale con le condizioni fissate dalla Via, e ha ad oggetto la prevenzione e la riduzione dell’inquinamento – sarebbe in qualche modo automatica in mancanza di modifiche sostanziali alla discarica.
«Certo che abbiamo letto la sentenza – spiega un dirigente del dipartimento – Si parla di corruzione ma non dice niente dal punto di vista delle eventuali irregolarità amministrative. Non c’è nulla su cui fare leva per ritirarla». Questa la conclusione maturata dal governo, sostenuto dagli uffici. Di tutt’altro avviso Fava e i comitati No discarica che proprio stamattina hanno chiesto la revoca dell’Aia concessa nel 2009 e di conseguenza della proroga del 2019.
«Dopo quella proroga – spiega Musumeci – ho costituito un gruppo ristretto per un approndimento. Ha iniziato il lavoro il 16 agosto e ha finito la settimana scorsa, arrivando a due conclusioni: rivolgerci all’Anac e avviare il processo di revisione della Via. Per quanto mi riguarda, al di là del parere dei tecnici, la distanza tra la discarica e i centri abitati non può tollerare un ulteriore utilizzo dell’impianto. Abbiamo chiesto ad Arpa un piano di monitoraggio delle misure olfatto metriche e risultati arriveranno entro febbraio».
Non si è fatta attendere la replica di Fava. «Nello Musumeci è un esempio scolastico di dissociazione della personalità politica. Da una parte nella qualità di presidente della Regione il 9 agosto proroga per dieci anni l’autorizzazione alla Oikos, dall’altra il suo avatar il 16 agosto costituisce “un gruppo ristretto” per valutare il caso Oikos. Oggi il presidente Musumeci decide di rivolgersi all’Arpa per verificare se vi siano le condizioni minime di salubrità degli impianti di Proto rispetto ai centri abitati limitrofi (“…è stata una follia autorizzare quell’impianto”), ma fino a ieri il medesimo Musumeci taceva ad ogni nostra sollecitazione affinchè il suo governo rivedesse le autorizzazioni alla Oikos per manifesta incompatibilità ambientale. Come Ciampa nel Berretto a sonagli, Musumeci è assai lesto a cambiare opinione e a dimenticarsi di quella precedente».