Movimenta, la nuova realtà politica che gira la Sicilia «Invito alla cittadinanza attiva oltre destra e sinistra»

Movimenta. È questo il nome scelto per la nuova realtà che si affaccia sul panorama politico siciliano e decide di farlo con un viaggio in bus attraverso la Regione. Un tour coast to coast dell’Isola di quattro giorni con nove tappe che parte oggi da Catania e si snoda poi per Siracusa, Ragusa, Piazza Armerina, Gela, Favara per concludersi giorno 4 settembre con gli appuntamenti a Santo Stefano Quisquina, Mazara del Vallo e Palermo. «Un primo primo viaggio politico contemporaneo, collettivo e creativo, con cui ripensare il futuro della Sicilia». Così lo definiscono il segretario Alessandro Fusacchia, il tesoriere Francesco Galtieri, la presidente Denise Di Dio e i coordinatori regionali Andrea Bartoli, Valeria Troia e Toti Di Dio.

«Se non lo facciamo noi e ora, chi e quando dovrebbe farlo?». È la domanda che ha spinto questo gruppo ad aggregarsi attorno a un progetto nato già circa un anno fa. «È un’associazione politica – spiega a MeridioNews Andrea Bartoli – che ha di mira la costruzione entro il 2030 di una Sicilia sostenibile. Un percorso che non ha nulla di vecchio e di stantio ma che vuole coinvolgere tutti i cittadini non solo politicamente ma anche emotivamente per riaffermare che si può fare politica in modo diverso senza perdere di vista anche la dimensione europea e internazionale dei territori». 

Nessun mistero sul carattere prettamente politico dell’iniziativa anche se «faccio fatica a dire se siamo di sinistra o di destra – ammette Bartoli – Certamente abbiamo dei punti fermi: primo fra tutti è che, nonostante tutte le cose che non ci piacciono o non ci convincono, è impensabile concepirsi fuori dal contesto dell’Europa che va comunque migliorata in certi aspetti. Altro caposaldo per noi – aggiunge – è che le persone vanno accolte contro qualsiasi forma di chiusura e respingimento». Idee queste che si avvicinano a un modo di intendere un orientamento della sinistra più classica. «Ma non manca qualche proposta che potrebbe sembrare non lontana delle destre – precisa il coordinatore – in particolare penso a quella che riguarda la necessità che le forze economiche locali restituiscano parte degli utili al territorio a cui appartengono e in cui operano per promuoverne lo sviluppo attraverso progetti sociali pluriennali». Qualcosa, insomma, che potrebbe ricordare vagamente il concetto di federalismo

In ognuna delle tappe in giro per tutta la Sicilia sono previsti eventi aperti al pubblico ai quali partecipano esponenti del mondo dell’associazionismo, del settore privato, ma anche amministratori pubblici, accademici e artisti. «In pratica, ripartiamo dagli intellettuali e dai creativi locali per fare in modo che si torni a mettere in primo piano la capacità di pensare – spiega Bartoli che fino a un anno fa è stato un attivista del Movimento 5 stelle – mettendo in campo delle idee che scrollino di dosso una delle caratteristiche peggiori dei siciliani che è quella di piangersi addosso perché non possiamo immaginare di cambiare le cose se, prima di tutto non cambiamo noi stessi».

Dietro il nome e il concetto di Movimenta c’è «un’incitazione alla cittadinanza attiva, alla partecipazione, alla presa di carico di ciascuno di una parte di responsabilità su quanto accade. Partiamo – racconta Bartoli – dall’idea che non c’è bisogno del salvatore della patria di turno perché ce ne sono stati già troppi che si sono presentati così, penso a Matteo Renzi, a Luigi Di Maio o a Matteo Salvini, e ci hanno dimostrato che non funziona. È per noi più giusto iniziare da un gruppo di persone motivate e competenti che siano in grado di innescare una dimensione di fiducia e di entusiasmo nelle persone che, nei loro territori, agiscono e operano già». 

Un’idea di politica che deve comunque fare i conti con lo stato dell’arte sull’Isola. «A noi – commenta il coordinatore di Movimenta – piacerebbe fare la politica del per e non del contro. Sappiamo che chi si trova a governare gestisce una complessità enorme ma, se fossimo soddisfatti di come amministrato il territorio a livello locale e regionale forse ce ne staremmo a casa nostra a pensare ognuno alle proprie professioni. Invece – sottolinea – siamo qui a immaginare di confrontarci con ogni forza politica, anche con quelle che hanno posizioni molto differenti dalle nostre, consapevoli del fatto che non sarà facile perché è un modo di agire distante da molte delle realtà attualmente esistenti».

«Serve ripensare la Sicilia come primo passo per ripensare l’Italia e l’Europa – spiega il segretario Alessandro Fusacchia – Partiamo dalla regione simbolo di ciò che può essere la bellezza, il paesaggio, e la cultura, ma anche di ciò che deve essere il contrasto alle mafie, allo stare fuori dalle regole, al disagio sociale. Una regione da cui tanti giovani ogni anno partono senza sapere se, quando e come torneranno; e dove tanti altri restano, cercando una propria strada in una terra che non offre più opportunità. Per questo – aggiunge – abbiamo deciso di organizzare questo viaggio. Per andare alla scoperta di luoghi e persone e tessere un filo che racconti la Sicilia che possiamo diventare. Per mettere insieme belle storie locali e le preoccupazioni di cittadini in sofferenza per il presente e spaventati dal futuro, e provare a trasformare tutto in un percorso per i prossimi anni, con cui candidarci a guidare una comunità». 


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