L'uomo, figlio del boss Mariano Agate, era stato arrestato a dicembre nell'ambito dell'operazione Ermes 2. Adesso il tribunale del Riesame ha respinto l'istanza degli indagati. Così scatta nuovamente l'obbligo di dimora per la moglie e per uno dei presunti prestanome
Trapani, torna in carcere Epifanio Agate Sarebbe il vero titolare della ditta My Land
Torna in carcere Epifanio Agate e scatta nuovamente l’obbligo di dimora per la moglie Rachele Francaviglia e per Nicolò Passalacqua, che avrebbe accettato di fare da prestanome. Lo ha deciso la sezione per il Riesame del Tribunale di Palermo.
Agate – figlio del boss defunto Mariano Agate, fedelissimo di Totò Riina e membro della cupola di Cosa Nostra – è stato arrestato lo scorso dicembre, nell’ambito dell’operazione Ermes 2, finalizzata a smantellare la rete che portava le comunicazione del latitante Matteo Messina Denaro. Agate è uomo vicinissimo al capomafia trapanese Vito Gondola, e proprio con quest’ultimo si sarebbe incontrato più volte per cercare di risolvere i problemi economici nati a seguito del sequestro dell’azienda di famiglia, la Calcetruzzi Mazara.
Proprio per superare le normative in materia di prevenzione antimafia, Agate avrebbe creato una società, la My Land, dedita alla vendita di prodotti ittici congelati, insieme al mazarese Francesco Mangiaracina, cognato del collaboratore di giustizia Vincenzo Sinacori. Ma nessuno dei due sarebbe stato formalmente il titolare della ditta, al loro posto le quote sono state intestate alle rispettive mogli, Rachele Francaviglia e Natalyia Ostashko, e a Passalacqua.
Ieri il Tribunale ha rigettato l’istanza degli indagati, ripristinando le misure cautelari che erano state emesse nel dicembre del 2016: il carcere per Agate e l’obbligo di dimora e la presentazione alla polizia giudiziaria per la moglie e Passalacqua.