Il 14 luglio si terrà la prossima udienza del processo nato dalle denunce di Maurizio Ciaculli contro Lidl e il gruppo Napoleon. E ci sarà il faccia a faccia con l'uomo che lo avrebbe minacciato con lo scopo di fargli ritirare le accuse. Intanto ignoti hanno dato alle fiamme una delle sue serre. Episodio che segue i danni al presidio in piazza
Vittoria, a fuoco l’azienda dell’imprenditore Ciaculli «Hanno agito di giorno, perché non temono nulla»
Fiamme nell’azienda agricola di Maurizio Ciaculli, in contrada Pozzo Bollente, alla periferia di Vittoria. Qualcuno le ha appiccate ieri in pieno giorno, vicino alla recinzione che costeggia le serre, una delle quali è andata distrutta. Il danno ammonta ad alcune migliaia di euro e Ciaculli, allertato dai dipendenti, ha subito chiesto l’intervento di vigili del fuoco e polizia. Quando gli agenti sono giunti sul posto, hanno fatto qualche scatto e raccolto la segnalazione del presidente di Riscatto Sicilia che, fa sapere, si recherà oggi in commissariato a sporgere formale denuncia.
Ciaculli nel 2012 denunciò presunte truffe avvenute all’interno del supermercato Lidl a Vittoria, cioè ortaggi venduti con il marchio della sua ditta, senza che lui ne sapesse assolutamente nulla. Fatti che causarono un grande clamore mediatico e al contempo diedero il là a una serie di fatti inquietanti. Alla denuncia sono seguiti due processi: uno contro Lidl e il gruppo Napoleon che è iniziato lo scorso febbraio, e un altro contro Giacomo Iannello, che avrebbe minacciato Ciaculli con l’obiettivo di fargli ritirare le accuse. Per questo procedimento la prossima udienza si terrà tra qualche giorno, il 14 luglio.
Quanto successo ieri mattina segue inoltre ai due atti intimidatori che si sono verificati la settimana scorsa, di notte, nella serra-presidio di Piazza Gramsci, dove ignoti hanno danneggiato la copertura esterna e gli interni. «Stiamo dando fastidio sul serio – ha scritto Ciaculli in un post sulla sua pagina Facebook – e la telefonata che stamattina mi ha avvisato dell’incendio mi ha fatto rivivere l’incubo del 2015 e del 2016». Ciaculli non nasconde la sua paura, non tanto per se stesso quanto per la propria famiglia e le persone più care, e torna a parlare di Stato assente.
«Avrebbero potuto agire di notte, quando non c’era nessuno – ha dichiarato – invece hanno scelto di entrare in azione a metà mattinata, dopo le 11, a dimostrazione di quanto non temano nulla. È stata, di certo, un’azione molto rapida, tanto che nessuno dei miei operai si è accorto di nulla e solo un passante, poco dopo, ha lanciato l’allarme».
Il 14 luglio Ciaculli, difeso dall’avvocato Giuseppe Nicosia, già sindaco di Vittoria, tornerà in aula, e ad attenderlo ci sarà il faccia a faccia con Iannello, che oggi è in carcere per l’omicidio di Salvo Nicosia, detto Turi Mazinga, freddato il 12 settembre 2016. «Mi disse di lasciar perdere tutto – racconta Ciaculli – perché ci sono persone troppo grosse dietro, che non sarei arrivato vivo ai processi e che anche i Santapaola sarebbero venuti a cercarmi».
Nell’altro processo, quello sulla presunta truffa, gli imputati sono Bartolomeo Fiorilla e Michele Leonardi, il rappresentante di Napoleon Piergiorgio Sambugaro, e quello di Lidl, Massimo Casilini.