Pronti, via. Ma anche no. È una falsa partenza quella della discussione sulla riforma delle province, che segna già un passo determinante: alla votazione del primo articolo, che contiene parti fondamentali del disegno di legge, la maggioranza cade ancora sotto i colpi del voto segreto. E lo fa in maniera pesante: 40 a 25 il voto finale. Col disegno che si spegne inevitabilmente.
Neanche a dirlo esplode la polemica, con le opposizioni che chiedono la testa del presidente della Regione Renato Schifani, alla seconda sconfitta consecutiva dopo quella del salva-ineleggibili, per mano della sua stessa maggioranza.
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