Ars verso lo spoil system, ma non per la sanità

Un fatto è certo: il disegno di legge cosiddetto blocca-nomine è stato incardinato. Ciò significa che il provvedimento è già in Aula pronto per essere discusso e approvato. Con molta probabilità, la prossima settimana l’Assemblea regionale siciliana l’approverà. Cosa prevede questo disegno di legge?

Semplice: si introdurrà anche in Sicilia il cosiddetto spoil system. Ciò significa che con l’arrivo del nuovo Governo regionale tutte le nomine fatte dal vecchio esecutivo verranno azzerate. Una bella fregatura per il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, che pensava di ‘chiudere’ una bella ‘operazione’ nominando tutto ciò che era possibile nominare.

Per la cronaca, va detto che, a livello nazionale, lo spoil system esiste già da un pezzo. E si applica anche agli ento locali. La Regione siciliana – utilizzando in modo distorto la propria Autonomia – fino ad oggi si è guardato bene dall’introdurlo, considerando molto più efficaci gli accordi consociativi (cioè le spartizioni più o meno ‘selvagge’ di poltrone).

Perché l’Ars ha deciso di approvare proprio adesso il provvedimento? Semplice: perché Lombardo e due esponenti del Pd (vediamo se siete bravi: chi sono? via, ve lo diciamo noi: Antonello Cracolici e Giuseppe Lumia) hanno esagerato ‘pappandosi’ tutto il ‘pappabile’. A questo punto gli altri partiti (compresa una parte del Pd) hanno deciso di ‘smontare barracca e burattini’. Così le nomine, all’attuale Governo, gli dovrebbero restare tutte nel ‘gargarozzo’. 

Se i termini della legge saranno questi, il Governo avrà poco da argomentare. Se si proverà a bloccare le nomine con improbabili impedimenti, qualcuno potrebbe sollevare l’eccezione di costituzionalità. Perché, di fatto, un Governi in carica può effettuare nomine fino all’ultimo.

La legge blocca-nomine, che a meno di colpi di scena dovrebbe essere provata la prossima settimana, ha poco a che vedere con la sanità. Qui il discorso si complica perché quella parte del Pd che è ancora al Governo (il riferimento è, soprattutto, a quella parte del Pd che ‘spatulia’ ancora nella formazione professionale, più per interessi romani e piemontesi che siciliani) potrebbe decidere di dare una mano a Lombardo. Idem per altre forze politiche sempre disponibili a succhiare il ‘latte consociativo’. Che succederà nella sanità, allora?

Com’è noto, Lombardo e il suo fido assessore alla Salute, Massimo Russo, hanno già pronte le nomine dei direttori generali delle Aziende sanitarie e ospedaliere. Il mandato degli attuale ‘manager’ della sanità pubblica scade il 31 agosto. Ma Lombardo e Russo vogliono effettuare le nuove nomine subito, con la scusa che la lista dei nuovo’manager’ dovrà passare dalla prima commissione dell’Ars (Affari istituzionali), con i tempi tecnici che questo comporta.

Queste nomine non sono soggette a spoil system: si tratta, infatti, di contratti di diritto privato regolati dal Codice Civile. Ammesso che Lombardo e Russo riescano ad effettuare queste nomine – e secondo noi ci potrebbero riuscire, soprattutto con l’appoggio, sottobanco, di una parte del Pd e di qualche altra forza politica – il prossimo Governo potrebbe sempre revocare tali nomine.

Il problema è che, trattandosi di contratti di diritto privato della durata triennale, bisognerebbe pagare quanto previsto dal contratto ai manager uscenti. Detto in soldoni, la Regione dovrebbe pagare due volte i direttori generali della sanità. Uno scandalo. Non si tratta, infatti, di ‘spiccioli’, considerato che un direttore generale si porta a casa 250 mila euro all’anno (750 mila euro in tre anni).

Che fare, allora, per bloccare queste nomine? Si ipotizza un emendamento che dovrebbe prorogare gli attuali direttori generali delle Aziende ospedaliere e sanitarie fino al 31 dicembre di quest’anno (all’inizio si pensava fino al 30 ottobre: ma forse il nuovo Governo avrebbe troppo poco tempo per effettuare le nomine).

Così facendo i vecchi direttori verrebbero pagati fino a dicembre prossimo e poi subentrerebbero i nuovi. Ovviamente, all’attuale Governo la cosa non va a genio. Perché perderebbe la possibilità di nominare i direttori generali (con che faccia il nuovo Governo di una Regione in bolletta ‘licenzierebbe’ i direttori già insediati per sostituirli con i nuovi, raddoppiando, di fatto, il costo del servizio’).

Noi non siamo giuristi. Ma l’eventuale approvazione di tale norma, a nostro avviso, potrebbe scatenare la solita bagarre giuridica. Sempre per quel principio che un Governo, fino all’ultimo giorno, può effettuare nomine. Soprattutto quelle con contratti di diritto privato. Se volete la nostra opinione, questa storia potrebbe anche finire a ‘bordello’.    

Non è improbabile che l’attuale Governo e l’attuale Assemblea regionale siciliana, per evitare il ‘bordello’, trovino un accordo per spartirsi tutte queste poltrone alla faccia del nuovo Governo che si insedierà dopo le elezioni.

Tirando le somme, per i direttori generali delle Aziende ospedaliere e sanitarie della Sicilia gli scenari possibili sono due. Primo scenario: l’Ars, la prossima settimana, mette in discussione e vota l’emendamento per prorogare al 31 dicembre prossimo il mandato degli attuali direttori generali. Se ciò avverrà prepariamoci alle polemiche.

Secondo scenario: Lombardo e i partiti si dividono le poltrone (comprese quelle di direttore amministrativo e sanitario delle Aziende ospedaliere) e fanno ‘marameo’ al prossimo Governo.

Purtroppo, conoscendo la ‘serietà’ e l’alto ‘senso delle istituzioni’ degli attuali ‘inquilini’ del ‘Palazzo’ il secondo scenario ci sembra il più probabile.

 

Sanità, al via le nomine dei direttori generali
In Aula il ddl blocca nomine, martedì il voto. Mpa: “E’incostituzionale”


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