Ars, su Sicilacque il Governo Crocetta ‘fugge’ dall’Aula

Piano piano, senza eccessiva fretta, l’Assemblea regionale siciliana ricomincia a lavorare. Ieri gran da fare nelle commissioni legislative. Audizioni a ripetizione sugli argomenti più disparati. E anche qualche malinteso. Come l’Aula, convocata ieri pomeriggio che, ad inizio lavori, sembrava ‘leggermente’ vuota. In realtà, i parlamentari, benché mai presi dalla frenesia, erano impegnati su più fronti.

Ieri, due sedute pomeridiane presiedute dal vicepresidente, Salvatore Pogliese. Di scena, interrogazioni e interpellanze della rubrica: “Energia e servizi di pubblica utilità”. A rispondere l’assessore Nicolò Marino. Rinviata, invece, il seguito della discussione della mozione “Iniziative finalizzate alla modifica della convenzione stipulata dalla Regione siciliana con Siciliacque spa al fine di ridurre la tariffa del servizio idrico integrato ai cittadini degli ambiti territoriali ottimali (ATO)”. Un rinvio non tecnico, ma politico. Perché il Governo di Rosario Crocetta, in questa storia, non sa cosa dire.

Impegnato, nella campagna elettorale, per promuovere l’acqua pubblica, in accordo con i risultati del referendum popolare del giugno del 2011, quando il 98 per cento dei votanti hanno espresso la volontà del ritorno alla gestione pubblica del servizio idrico, il presidente Crocetta, qualche settimana ha cambiato opinione, diventando un fautore della gestione privata dell’acqua. A questo punto, il governatore e il suo sodale, senatore Giuseppe Lumia, sono impegnati a capire come far digerire alla base del Pd una gestione privata dell’acqua retaggio del Governo Berlusconi 2001-2006. Una bella ‘gatta a pettinare’, insomma… Da qui la ‘fuga’ di ieri dall’Aula.

Sulla discussione unificata delle mozioni “Interventi per ottenere il riconoscimento per la Sicilia dello status di zona franca”, e “Iniziative per l’attivazione delle zone franche urbane in Sicilia”, il Presidente ha dato lettura della nota del 24 giugno 2013, con cui l’assessore per le attività produttive, Linda Vancheri, ha comunicato di non poter essere presente dovendosi recare presso il Ministero dello Sviluppo Economico per risolvere gli ultimi nodi procedurali relativi alle Zone Franche Urbane e alla Zona Franca della Legalità.

Sempre ieri il parlamentare del Pdl, Francesco Cascio, coinvolto nella qualità di persona sottoposta a indagine nell’inchiesta giudiziaria ‘Grandi Eventi’, si è autosospeso dalla carica di presidente della Commissione “Esame delle attività dell’Unione Europea”, rinunciando anche all’indennità di carica.

Il vice presidente Pogliese inoltre ha comunicato che, a seguito della decadenza dalla carica di deputato regionale dell’onorevole Salvino Caputo, la Commissione per la verifica dei poteri, dopo aver proceduto ai necessari accertamenti, ha deliberato di attribuire il seggio rimasto vacante al candidato Pietro Alongi, primo dei non eletti.

PRONTO? TUTTI A CASA... – Ieri si è parlato anche della prossima soppressione del centralino, a cui sono addetti 15 lavoratori. Pogliese, dopo aver rivolto ai lavoratori del call center un plauso per il servizio reso, ha fatto presente che il Consiglio di presidenza, dopo avere prorogato per oltre sei mesi il servizio prestato dai predetti lavoratori, ha deciso di dare l’avvio ad un nuovo servizio a costo zero a decorrere da luglio. Insomma: invece di tagliare le indennità ai 12 assessori regionali ‘tecnici’ che si ‘ammuccano l’indennità parlamentare senza essere stati eletti, come vi riferiamo in altra parte del giornale, per risparmiare, si mandano a casa i telefonisti dell’Ars…  

I lavori d’Aula sono stati rinviati a martedì 2 luglio, alle ore 16.00, con il seguente ordine del giorno: 1) Comunicazioni; 2) la sceneggiata su Siciliacque spa 3) questione zone franche.

La giornata politica di ieri registra anche un intervento del parlamentare del Pdl, Marco Falcone (foto, sotto a sinistra) sulle emittenti televisive in difficoltà. “Il Governo regionale – ha detto Falcone – utilizzi, immediatamente e come promesso, i fondi previsti nel capitolo della rubrica Presidenza, destinati alla pubblicità istituzionale, per aiutare le emittenze in difficoltà, come Tele D e altre”.

A quanto pare, la storica televisione del Catanese – una dozzina di impiegati fra giornalisti, tecnici e amministrativi per servire ben dieci canali – chiuderebbe i battenti il prossimo 30 giugno.

Falcone ha già presentato un’interrogazione sul problema generale della crisi dell’editoria giornalistica e, in particolare, delle emittenze televisive “nelle ambasce, poiché la Sicilia, unica fra tutte le regioni d’Italia, non ha ancora provveduto a pubblicare i bandi per il digitale”.

“Nello specifico – ha aggiunto Falcone – la chiusura di D Television – di D Channel rappresenta un ulteriore impoverimento del territorio. L’areale del sud est dell’Isola, fra l’altro, perderebbe una importante voce giornalistica. Mentre, ancora oggi, la Regione non passa a fatti concreti e nemmeno si concerta con i rappresentanti delle categorie interessate”.

Falcone ha presentato una interrogazione, firmata anche dal collega Giorgio Assenza, finalizzata al salvataggio dei canali di Tele D e alla immediata pubblicazione dei bandi per il rilancio del settore e finanziati con fondi disponibili dello Stato.

DEPUTATI: DA 90 A 70 E ABOLIZIONE DEL ‘LISTINO‘ – Ieri, come detto, si sono riunite anche le Commissioni legislative. Tra questa, la Commisisone Affari istituzionali (Prima), che ha esitato la bozza di disegno di legge per la riduzione del numero dei deputati (da 90 a 70) e per l’abolizione del ‘listino’ regionale. Il ‘listino’ introdotto con la legge elettorale regionale non assicura la maggioranza al Governo in Aula, come accaduto nell’attuale legislatura, e assicura, invece dieci posti di parlamentare a chi non ha fatto campagna elettorale, rubando il posto a dieci candidati nelle liste che si sono fatti il ‘mazzo’ per cercare voti. Abolire questo ‘listino’ è il minimo che ci si attende dalla politica siciliana.

Commentando la decisione, l’onorevole Vincenzo Figuccia (foto, sotto, a destra), vice presidente del Gruppo del Partito dei Siciliani, ha affermato che “si tratta di due provvedimenti molto importanti ed entrambi più che condivisibili. In questo momento di forte scollamento fra elettori ed eletti, testimoniato dal crollo dell’affluenza alle urne, la riduzione del numero dei parlamentari è un importante segnale di volontà di contenimento dei costi della politica”.

“Anche l’abolizione del listino è una scelta importante – ha aggiunto Figuccia – perché comporta due cose: restituisce agli elettori la possibilità di scelta dell’intera Assemblea, da cui scompare la pattuglia di ‘nominati dai partiti’, e restituisce, con un sistema proporzionale, vera rappresentanza al Parlamento regionale. E’ evidente dai fatti e dalla composizione dell’Assemblea in questa legislatura, che l’attuale sistema ha fallito sotto il profilo della governabilità. Si restituisca allora al Parlamento un potere pienamente rappresentativo”.

Sulla riduzione del numero dei deputati è intervenuto anche il capogruppo del Pdl all’Ars, Nino d’Asero, che ha parlato di “segnale sicuramente positivo, nell’ottica della riduzione dei costi della politica e, conseguenzialmente, un ottimo viatico all’auspicato nuovo patto di pace tra istituzioni e politici da una parte e cittadini dall’altra”.

Anche l’abolizione del listino, ha aggiunto D’Asero, “è essenziale per una nuova credibilità della classe politica siciliana. Il premio di maggioranza, cioè il listino appariva ai più come una vera e propria nomina a deputato per alcuni che, in questo modo, divenivano onorevoli senza nemmeno esser stati in lizza. Adesso, i cittadini potranno eleggere l’intera rappresentanza all’Ars”.

Ieri le Commissioni hanno affrontato anche i problemi legati alla vertenza Keller e a un possibile, nuovo tentativo di ‘stabilizzare’ il personale dei Consorzi di bonifica dopo l’impugnativa del Commissario dello Stato.

 

 


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