Ars, Cancelleri e Di Mauro eletti vicepresidenti Polemiche sulle schede con segni identificativi

Roberto Di Mauro per la maggioranza (Popolari e Autonomisti), Giancarlo Cancelleri per l’opposizione (Movimento 5 stelle). Sono loro i due vicepresidenti eletti oggi pomeriggio dall’Ars, al termine di una seduta segnata dai continui botta e risposta tra il presidente Gianfranco Miccichè e la deputata del Movimento 5 stelle, Valentina Zafarana, che ha fatto parte del gruppetto di scrutatori, sui segni di riconoscimento in molte schede col nome di Di Mauro. 

Di Mauro ha ottenuto 37 voti, Cancelleri 27. Un voto ciascuno hanno preso Antonello Cracolici e Giuseppe Lupo (Pd), e Matteo Mangiacavallo (M5s), una scheda è stata annullata. Due dei 70 deputati erano assenti. I vicepresidenti eletti hanno quindi ottenuto consensi trasversali: Di Mauro oltre la maggioranza di centrodestra, Cancelleri sette voti in più rispetto al gruppo pentastellato. Ha retto dunque l’intesa che sarebbe stata trovata nelle ore immediatamente precedenti la seduta. Il Pd resta escluso dai giochi. E non accadeva da oltre vent’anni. I voti in più per il leader grillino, però, sarebbero figli di un accordo con fra un pezzo di Pd ed i pentastellati che prevederebbe, al voto della prossima seduta, che questi ultimi appoggino per un posto da questore un deputato dem delle aree non renziane, cioè quelle non dialoganti con il centrodestra.

La scelta dei tre questori e dei quattro segretari, incarichi che vanno a completare l’ufficio di presidenza, è stata rinviata a mercoledì, perché non c’è accordo tra i gruppi parlamentari. A cominciare dal Partito democratico, in fibrillazione dopo che nella precedente seduta almeno quattro parlamentari dell’opposizione, due di Sicilia Futura e due all’interno dello stesso Pd, hanno contribuito a portare il forzista Gianfranco Miccichè alla presidenza dell’Ars. Oggi il Pd non ha proposto alcun nome. 

Luca Sammartino, ritenuto uno dei franchi tiratori, ha dichiarato: «Il Pd è un partito allo sbando ormai, non c’è nessuno che detti una linea da seguire». Secondo il deputato catanese, alla sua seconda legislatura, eletto nel 2012 all’Ars con l’Udc, ci sarebbe in atto un accordo tra Pd e M5S. Tesi fatta propria da tutto il gruppo renziano. Intanto nel Pd Antonello Cracolici, assessore uscente della giunta Crocetta e più volte capogruppo all’Ars dei dem, non ha ancora formalizzato la sua iscrizione al gruppo parlamentare. Ma per completare la procedura di dichiarazione di adesione ci sarà tempo fino a mercoledì.


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