Ars: si punta al mutuo da 100 mln per Comuni e forestali, ma non si tocca il ‘tesoretto’ di 120 mln dell’Ircac!

IL GOVERNO CROCETTA CONFERMA CHE LE PROPRIE CLIENTELE NON VANNO TOCCATE. E’ IL CASO DEI SOLDI DELL’ISTITUTO PER IL CREDITO ALLA COOPERAZIONE. CHE, A QUANTO PARE, DEBBONO GARANTIRE I SUPER STIPENDI AI DIPENDENTI DELL’ENTE E ALTRE ‘MANCIUGGHE’. MENTRE LA REGIONE DOVREBBE INDEBITARSI ULTERIORMENTE! IL MOVIMENTO 5 STELLE CONTESTA L’EMENDAMENTO SUI PIP CHE SOSTITUISCE IL REDDITO ISEE CON IL REDDITO PERSONALE

Il Governo e l’Ars si apprestano a far contrarre alla Regione un terzo mutuo da 100 milioni di euro per pagare la spesa corrente di Comuni (80 milioni di euro) e forestali (20 milioni di euro). Una totale follia dopo i due mutui da 950 milioni di euro (per pagare alcune imprese di cui non si sa più nulla) e di oltre 300 milioni di euro per chiudere i conti del 2013.

La follia del terzo mutuo è certificata dal fatto che all’Ircac giace un ‘tesoretto’ di 120 milioni di euro che il Governo e una parte dell’Ars non vogliono toccare perché deve garantire i privilegi al personale dello stesso Ircac e i privilegi di alcuni politici. Una vergogna sulla quale dovrebbero intervenire il Commissario dello Stato e la stessa Corte dei Conti, che farebbe bene, quest’anno, a non ‘parificare’ il bilancio 2013 di una Regione gestita con criteri truffaldini!

Dicono i parlamentari di Sala d’Ercole del Movimento 5 Stelle “Si predica male, si razzola peggio. E si legifera a comando. Finché si andrà avanti in questo modo, per la Sicilia non ci sarà speranza. Hanno tentato perfino l’assalto al carrettino, visto che le ‘casse’ sono praticamente vuote e che si era concordato di presentare emendamenti che non provocassero aggravio di spesa, ma nei fatti non è andata così”.

Il gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle all’Ars commenta duramente la manovra che la prossima settimana arriverà in Aula e che, a parere dei deputati grillini, “rispolvera le solite clientele”.

“Una manovra a rate, perché ce ne saranno altre a breve, di chiaro stampo elettoralistico – afferma il capogruppo Francesco Cappello – impostata con il solito metodo del ‘salvatore’ Crocetta, se passerà indenne il vaglio dell’Aula. Non è casuale che il pagamento degli stipendi avvenga a ridosso delle elezioni. Non è casuale l’assenza del governatore in Commissione, non è casuale che l’ assessore abbia riscritto e rimodulato la mini manovra per ben tre volte, fino a quando la maggioranza non ha soddisfatto tutte le pretese avanzate nei confronti di un Governo in balia non dei siciliani, come sarebbe giusto che fosse, ma di un piccolo gruppo di persone che per l’interesse di pochi è disposto a sacrificare gli interessi della collettività”.

“Fa specie – continua Cappello – che si sia dovuto raschiare il barile, quando all‘Ircac è bloccato un tesoretto di circa 120 milioni di euro, che aspetta solo di essere scongelato da una leggina”.

Ma la ‘leggina’ non ci sarà: ci sarà, invece, il terzo mutuo da altri 100 milioni di euro che farà crescere ancora di più l’Irpef per le famiglie siciliane e l’Irpef e l’Irap per gli imprenditori siciliani. E saranno proprio questi ultimi a pagare a ‘sangue di Papa’ questi continui ricorsi ai mutui da parte di una classe politica di irresponsabili (eccezion fatta, ovviamente, per i deputati dell’Ars che si oppongono e che noi speriamo si opporranno a questo terzo mutuo che dovrebbe essere contratto per non intaccare le mega retribuzioni dell’Ircac e, in generale, chi ‘mangia’ su questi 120 milioni di euro).

Totalmente negativo anche il commento di Giorgio Ciaccio, componente della commissione Bilancio.

“Altro che manovra, è un voto di scambio – dice – perpetrato a 20 giorni dalle elezioni. Allo stato di di fatto l’unico modo per andare avanti è commissariare la Sicilia. L’unica forza di Crocetta, attualmente, è la paura dei deputati di tornare a casa”.

Nel mirino del M5S ci sono alcune norme da tabella H (Inda e Taormina Arte), ma, soprattutto, l’emendamento approvato ieri in Commissione Bilancio che ripesca i Pip che hanno redditi familiari Isee oltre i 20.000 euro, fissando il limite solo per i redditi personali.

“Hanno ceduto davanti alle proteste – affermano i deputati – consentendo la reimmissione nel bacino di gente che può contare su buoni redditi personali e anche su quelli del coniuge, redditi che potrebbero essere anche veramente rilevanti. Non a caso dovrebbe essere ripescato il lavoratore milionario, di cui tanto ha parlato la stampa”.

La vicenda dei Pip, in realtà, è un po’ controversa. Molti parlamentari, ad esempio, sostengono che il reddito Isee non rende giustizia. Perché ci potrebbero essere nuclei familiari di oltre 20 mila euro di reddito all’anno dove, però, uno dei due coniugi potrebbe essere disoccupato.

Volendo, anche 30 mila euro all’anno, in una famiglia con figli, con uno solo dei coniugi che lavora, non è un grande reddito familiare. In questo caso, l’indennità di circa 800 euro mensili assegnata ai circa 3 mila e 200 ex Pip di Palermo (si tratta di precari) non sarebbe sbagliata.

Ci sono, invece, altri casi – e qui hanno ragione i grillini – di persone benestanti che non avrebbero certo bisogno che 800 euro mensili che, invece, hanno percepito e continuano a percepire!

In ogni caso, l’emendamento ex Pip – che, come già ricordato, elimina il reddito Isee e introduce il reddito personale – è stato approvato unanimemente in Commissione, tranne dai deputati del Movimento 5 Stelle, cosa che li ha portati ad abbandonare la seduta.

Sulla vicenda interviene anche il parlamentare nazionale grillino, Riccardo Nuti: 

“Provvedimenti del genere – dice – nocciono a tutti gli ex Pip, che saranno accomunati nel giudizio negativo della gente. Si assicurano redditi a gente che non ne ha bisogno, in un contesto generale che vede calpestati i più elementari diritti di chi, evidentemente, non ha santi in paradiso”.

La soluzione potrebbe essere quella di analizzare i soggetti uno per uno, sanzionando in modo pesante chi approfitta di questi 800 euro mensili senza averne bisogno.

 


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