In mezzo a tante dichiarazioni trionfalistiche sulla finanziaria regionale ormai quasi approvata, su soldi stanziati per la proroga dei precari (i 23 mila degli enti locali più tanti altri sparsi tra enti e uffici della regione vari), sui soldi trovati per le società partecipate dalla regione, sui soldi approntati per continuare a foraggiare quel carrozzone mangiasoldi chiamato cerisdi, sui soldi resuscitati per i trasporti via mare per gli arcipelaghi siciliani, sui soldi che verranno stornati per la tabella h e per le altre clientele spicca, in netta controtendenza, una dichiarazione del capogruppo del pdl, nino dasero.
Ars, si delinea una Finanziaria contro la Sicilia
In mezzo a tante dichiarazioni trionfalistiche sulla Finanziaria regionale ormai quasi approvata, su soldi stanziati per la proroga dei precari (i 23 mila degli Enti locali più tanti altri sparsi tra Enti e uffici della Regione vari), sui soldi trovati per le società partecipate dalla Regione, sui soldi approntati per continuare a foraggiare quel Carrozzone mangiasoldi chiamato Cerisdi, sui soldi resuscitati per i trasporti via mare per gli arcipelaghi siciliani, sui soldi che verranno stornati per la tabella H e per le altre clientele spicca, in netta controtendenza, una dichiarazione del capogruppo del Pdl, Nino DAsero.
DAsero è un parlamentare che, ogni tanto, si sveglia e dice cose di buon senso. Ormai da qualche giorno – per la precisione, da quando a Roma Berlusconi ha incaprettato il Pd, intruppandole nel Governo dellammucchiata, DAsero, anche in Sicilia, si è svegliato un po governativo. Ma fra tutti i parlamentari che fanno parte di questa strana maggioranza che si è determinata in Sicilia attorno al Governo regionale sembra il più realista.
Scrive, infatti stasera in un comunicato: Malgrado la mia disponibilità, più volte enunciata e, insieme con la mia, quella del Pdl e della coalizione, non posso che evidenziare questo navigare a vista del Governo. Il capogruppo del Pdl sottolinea la mancanza di obiettivi chiari ma anche di equilibrio nella programmazione finanziaria, che salta agli occhi leggendo i documenti economici presentati.
Non ci si può esimere – aggiunge – da tre parole dordine: Solidarietà, Impresa, Servizi. E il governo, pena uno scontro diretto con le tensioni sociali, delle quali abbiamo avuto un assaggio anche ieri sera, non può tirare la coperta fin sul collo e lasciare i piedi scoperti. Non può aggiustare una cosa per sfasciarne unaltra come purtroppo sta facendo.
Non voglio nemmeno pensare allumiliante rischio di commissariamento della Sicilia – conclude DAsero – e per questo ribadisco un concetto base della democrazia partecipata: nessuno si metterà di traverso per partito preso. Ma non possiamo gettare la Sicilia nel baratro.
Di fatto, è uno dei pochi parlamentari di Sala dErcole che, pur mantenendosi nel vago, lascia intendere che lo scenario finanziario della Regione non è affatto sereno come il Governo, in queste settimane, ha provatoa fare credere. Il tutto a posto di qua, tutto a posto di là non sembra convincerlo.
Lasciamo DAsero nei suoi pensieri pensanti e proviamo a riflettere su quello che sta succedendo in Sicilia. E su quello che potrebbe succedere.
Non sappiamo come Governo e Ars hanno affrontato e risolto il problema delle entrate della Finanziaria. Ma sappiamo che a Sala dErcole, dove iniziato il dibattito sulla Finanziaria, sono in tanti ad essere scontenti di una legge definita da moti parlamentari senzanima.
Soldi ce ne sono pochi. E sono pochi perché Roma ha incamerato 800 milioni di euro (forse qualcosa in meno) per pagare la prima rata del Fiscal Compact. Questo prelievo forzoso dalle casse della Regione ha mandato il tilt i conti.
In questa nota vogliamo sottolineare latteggiamento del Governo regionale e, segnatamente, del presidente della Regione, Rosario Crocetta, e dellassessore allEconomia, Luca Bianchi. Ebbene, davanti a un prelievo assurdo, che non sta né in cielo, né in terra, il Governo regionale, invece di aprire una vertenza on Roma , anche dura, ha aperto una vertenza con i cittadini siciliani. Di fatto, i soldi che il Governo nazonale sta rubando alla Sicilia, il Governo Crocetta li sta facendo pagare ai siciliani. Vergognoso!
Lo ha fatto abolendo non le Province, ma la guida politica delle stesse Province: Presidenti, Giunte e consiglieri provinciali. Lo ha fatto affamando i 10 mila lavoratori della formazione professionale. Lo ha fatto programmando tagli non generalizzati, ma settoriali: si colpiscono alcuni e si risparmiano altri.
Sula sanità, ad esempio, dobbiamo ancora vedere cosa ci riserverà questo Governo che ha annunciato – e noi siamo contenti – discontinuità rispetto al passato Governo di Raffaele Lombardo. Ma aspettiamo i fatti. I fatti che per ora vediamo non ci piacciono. E’ il caso de ticket sui ricoveri ospedalieri.
Il presidente Crocetta dice che non è uno scandalo, per chi guadagna 50 mila euro all’anno, pagare 10 al giorno per un ricovero. Discorso che potrebbe essere condivisibile. Ma come verrebbe calcolato questo reddito? Una famiglia con 60 mila euro di reddito annuo e due figli ha un reddito pro capite di 15 mila euro. Anche loro dovrebbero pagare? Secondo noi, no. Su questo punto il presidente Crocetta è stato ambiguo.
Caro presidente Crocetta, quando si ricopre il ruolo che lei occupa, bisogna difendere la propria terra. Lei si è fatto derubare 800 milioni di euro da Monti e poi viene a chiedere i soldi ai siciliani già allo stremo. Ma le sembra una cosa seria?
Abbiamo assistito alla revoca di un bando per i Gal, Gruppi di azione locale. E uno strano accanimento sui precari della cosiddetta Emergenza Palermo – 3 mila e 500 persone che vivono con meno di 800 euro al mese in una Sicilia nella quale – con riferimento agli uffici della Regione, dei Comuni, delle Province e di tutti gli enti pubblici riconducibili alla stessa Regione i vincitori di concorsi saranno, ormai, meno del 2 per cento, mentre tutti gli altri sono entrati con sanatorie e stabilizzazioni.
E già successo con la Gesip di Palermo: mille e 800 lavoratori precari che non avrebbero avuto diritto nemmeno alla Cassa integrazione. Una terra strana, la Sicilia. Dove gli uffici e pubblici e società partecipate da Regione e Comuni sono piene di precari, in parte ancora tali, i parte stabilizzati. Ma dove, a un certo punto, alcuni di questi – Gesip e Emergenza Palermo – sono chiamati al ruolo di agnelli sacrificali.
Ma il tema non è il precariato. Di qiesta manovra del Governo Crocetta è inaccettabile la filosofia ascara:il Governo Monti decide di prendersi 800 milioni di euro per foraggiare le banche e le speculazioni finanzierie di una fallimentare Unione Europea e il Governo regionale cala la testa.
Poi, però,mancano i soldi per questo e per quello. E si presenta il conto a quei precari che non sono raccomandati dal presidente della Regione o dallassessore regionale di turno. Che tristezza!
Intanto si spediscono cartelle esattoriali a 5 milioni di siciliani nella speranza che disoccupazione, disperazione, Imu, Tares, Iva, Irpef, Ilor e altre tasse varie la gente abbia ancora qualcosa che possa essere aggredita da quellAgenzia delle Entrate inventata da Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti tra il 2001 e il 2006.
Ma nonostante i tagli pesantissimi che si prospettano su tutte le categoria economiche siciliane: imprese, forestali, formazione professionale, precari, spesa sociale e via continuando, lassessore Bianchi non è nemmeno riuscito a far quadrare i conti, se è vero che le entrate sono traballanti.
Vedremo, a legge Finanziaria approvata, cosa verrà fuori.