La casta della regione siciliana prepara un altro colpo per proteggere i propri privilegi: una sanatoria per tutti gli amministratori di enti e società che si sono messi in tasca più soldi di quanto previsto dalla legge. Lo strumento è già belle confezionato: si tratta di un emendamento allormai mitico all'ultima manovra prevista prima della chiusura dell'ars. L'emendamento è già depositato in commissione bilancio e finanze. Se sala dercole lo approverà, nelle decine e decine di enti regionali e nelle società comunque riconducibili alla regione si potrà cantare il celebre motivo: chi ha avuto, ha avuto, ha avuto, chi ha dato, ha dato, ha dato, scurdammoce o passato simmo e napule paisà. . . (magari sostituendo la parola napoli con regione siciliana).
Ars, sanatoria per i vertici di enti e società regionali
La casta della Regione siciliana prepara un altro colpo per proteggere i propri privilegi: una sanatoria per tutti gli amministratori di enti e società che si sono messi in tasca più soldi di quanto previsto dalla legge. Lo strumento è già belle confezionato: si tratta di un emendamento allormai mitico all’ultima manovra prevista prima della chiusura dell’Ars. L’emendamento è già depositato in commissione Bilancio e Finanze. Se Sala dErcole lo approverà, nelle decine e decine di enti regionali e nelle società comunque riconducibili alla Regione si potrà cantare il celebre motivo: Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto, chi ha dato, ha dato, ha dato, scurdammoce o passato simmo e Napule paisà… (magari sostituendo la parola Napoli con Regione siciliana).
Quello che potrebbe succedere è semplicemente incredibile. E incredibile perché mentre nel resto dItalia ci sono tagli per tutti, il Parlamento siciliano si accinge a regalare una barca di soldi a chi ha fatto il furbo. Ed è incredibile che questo avvenga proprio quando qualcuno comincia a far balenare lipotesi (ieri lo ha fatto il presidente della terza commissione legislativa dellArs, Salvino Caputo) che il Governo regionale potrebbe aver utilizzato una parte dei fondi europei per fronteggiare le spese correnti (sarebbero spariti i 900 milioni di euro ddellAvviso 20 che, a detta di Caputo, potrebbe essere stati utilizzati per pagare i forestali).
La Sicilia, insomma, si conferma una terra di spataiuoli e di zaffigni. E noto che circa un anno fa il Governo regionale, in uno dei rari momenti di resipiscenza, per porre un argine al mangia-mangia degli enti e delle società collegate alla Regione ha introdotto delle tabelle. Ovvero una sorta di prezziario, chiamiamolo così, per ‘calmierare’ le indennità della pletora di amministratori di enti e società che fanno capo alla Regione.
Un tentativo di razionalizzare le retribuzioni, anche alla luce delle condizioni finanziarie della Regione non certo floride. Ricordate il tetto massimo di 50 mila euro allanno per i presidenti? E, poi, i tetti di 30 mila euro, 20 mila euro per vice presidenti, consiglieri di amministrazione e via continuando?
Bene. A quanto si dice, sarebbero stati pochissimi gli amministratori di enti e società regionali che avrebbero rispettato i nuovi dettami. Nella stragrande maggioranza dei casi, presidenti, vice presidenti e consiglieri di amministrazione avrebbero dimenticato (che sbadati…) le innovazioni introdotte dal Governo. Tradotto in soldoni, avrebbero continuato ad intascare le vecchie diarie, in molti casi triplicate rispetto a quanto pevisto dalle tabelle.
Lo ripetiamo: non si tratta di poca cosa, ma di somme ragguardevoli. Basti pensare a tutti gli enti regionali (che sono un’infinità), agli Istituti per le case popolari e, naturalmente, alle società partecipate dalla Regione siciliana.
Oggi siamo arrivati a strinciuta, come si una dire dalle nostre parti. ll Governo Lombardo sta per dimettersi. E gli attuali 90 califfi andranno a casa. Ad ottobre si insedierà il nuovo Governo. Che, viste le casse regionali vuote – e soprattutto visto che cè una legge che lo impone – dovrà chiedere agli amministratori: a) di adeguare le indennità alle tabelle; b) di restituire le somme che questi signori si sono ammuccati indebitamente.
Questo secondo passaggio è il più doloroso.perché, stando a quanto si racconta, ci sarebbero amministratori che dovrebbero restituire chi 30, chi 40, chi 50, chi 70 mila euro. Una botta terribile. Soprattutto per chi i soldi se li è già mangiati.
Da qui lemendamento per la sanatoria. Chi lavrebbe presentato? Nessuno lo sa. Si sarebbe materializzato da solo. I vertici della commisisone Bilancio e Finanze dellArs – a quanto sembra -si sarebbero limitati a lasciare sul tavolo penna e calamaio. Affidando tutto a una seduta spiritica. Con il favore delle tenebre, la penna avrebbe scritto da sola lemendamento e – cosa più incredibile – lo stesso emendamento si sarebbe di propria volontà inserito tra gli altri emendamenti pronti per essere approvati direttamente dall’Aula.
Insomma, la sanatoria sarebbe il frutto non del Parlamento siciliano, ma di una volontà (truffalda) superiore. Il tutto mentre il Governo cerca di realizzare economie tagliando l’indennità ai dipendenti delle società regionali che, ogni mese, guadagnano, in media, da mille e 100 a mille e 500 euro. Questi stipendi, tutto sommato medio bassi, possono essere ridotti di 150-200 euro al mese. Mentre per gli amministratori delle stesse società, che si sono messi in tasca indebitamente un sacco di soldi, lo stesso Governo – con la ‘sponda’ dell’Assemblea regionale siciliana – avrebbe pronta una sanatoria.
Insomma: a pagare dovrebbero essere i bassi redditi, mentre i furbi verrebbero premiati.
La sanatoria introduce un criterio di ‘giustizia’ anche tra gli stessi amministratori di enti e società regionali: chi ha rispettato la legge e si è adeguato alle tabelle verrà gabbato; chi ha violato la legge verrà premiato.
Chi ha dato, ha dato, ha dato, chi ha avuto, ha avuto, ha avuto, scurdammce o passato…
p.s.
se questo emendamento dovesse diventare legge, ci auguriamo che il commissario per lo Stato faccia giustizia di quest’ennesima schifezza…