Per la seconda volta l'Assemblea regionale non ha raggiunto l'accordo sulla questione. I nodi da sciogliere riguardano i dipendenti in servizio e quello con contratti da rinnovare e le quote che le Camere hanno nelle società aeroportuali siciliane. Affrontati anche altri temi: dalla scelta dei tre rappresentanti per l'elezione del presidente della Repubblica, ai punti nascita nel Siracusano e il regolamento interno
Ars, rinviata la discussione sulle Camere di Commercio Personale, precari e partecipazioni azionarie i temi in ballo
Dall’1 febbraio tutto il patrimonio delle Camere di Commercio verrà acquisito dalla Tesoreria unica dello Stato. Da qui la corsa dell’Assemblea regionale siciliana ad approvare una legge per salvare i beni della Sicilia. Ma, a quanto pare, è una corsa a ostacoli, perché l’esame di questo disegno di legge, per la seconda volta, è stato rinviato. Se ne parlerà, si spera per approvarlo, martedì 20 gennaio. Resta da capire il perché di due rinvii. A giudicare dal vivace dibattito che si è sviluppato a Sala d’Ercole, le questioni sarebbero varie. C’è il problema del personale in servizio, quello dei precari (che in Sicilia, in qualunque ufficio pubblico, non mancano mai) e c’è il problema delle partecipazioni azionarie nelle società aeroportuali siciliane detenute dalle Camere di Commercio (lo stesso problema si pone per le azioni, sempre delle società aeroportuali dell’Isola, detenute dalle Province regionali, che non sono ancora state abolite, ma sono solo commissariate).
Su questi temi c’è ancora molta confusione. Un caos che non è stato diradato dalla riscrittura del disegno di legge da parte del governo (leggere l’assessore alle Attività produttive, Linda Vancheri, presente in aula) e della terza Commissione legislativa dell’Ars (Attività produttive). Anzi, ascoltando gli interventi dell’assessore Vancheri e del presidente della commissione, Bruno Marziano, non si ha avuto la sensazione di una grande chiarezza di intenti: tant’è vero che la questione è stata rinviata al 20 gennaio.
Da quello che si è capito, c’è stato un tentativo, sventato, di saccheggiare il Fondo pensioni dei dipendenti regionali che è stato ricostituito nel 2009. Siccome in cassa ci sono da 500 e 600 milioni di euro, qualcuno ha pensato di pagare, con questi soldi, le pensioni ai dipendenti delle Camere di Commercio. Non solo. Ci sarebbe stato anche il tentativo di intaccare le partecipazioni e i patrimoni delle Camere di Commercio, sempre nel nome del personale e dei precari (così ha detto il parlamentare della Lista Musumeci, Santi Formica).
Una partita a parte è quella delle partecipazioni delle società aeroportuali. Il timore è che finisca come è finita con l’acqua e con i rifiuti: cioè con i privati che fanno il bello e il cattivo tempo. Su questo tema sono intervenuti in tanti, dal capogruppo di Forza Italia, Marco Falcone, che ha parlato dell’importanza dell’aeroporto di Catania, al parlamentare del Nuovo centrodestra democratico, Vincenzo Vinciullo. Quest’ultimo ha chiesto all’assessore Vancheri di presentare in aula «relazioni analitiche e non sintetiche, Camera di Commercio per Camera di Commercio». Perché c’è anche il timore che si faccia un unico mazzo, facendo pagare il conto di quelle poco virtuose a quelle virtuose (questione posta dai parlamentari della provincia di Ragusa, con in testa Giorgio Assenza).
Infine non sono mancate le discussioni su altri temi. Nel corso della seduta il presidente Giovanni Ardizzone ha letto una lettera della presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini, che ha annunciato che la seduta del Parlamento nazionale per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica è stata convocata per il 29 gennaio. Entro il 27 gennaio Sala d’Ercole dovrà comunicare i nomi dei tre deputati regionali che parteciperanno alla votazione del nuovo capo dello Stato. Dovrebbero essere il presidente della Regione, Rosario Crocetta, il presidente dell’Ars, Ardizzone, e un esponente dell’opposizione. Ma non è escluso che il centrosinistra, con un atto di prepotenza parlamentare, si prenda anche il terzo grande elettore.
Francesco Cappello, parlamentare del Movimento 5 Stelle, è intervenuto denunciando che alcuni enti di formazione della Sicilia stanno per licenziare mille dipendenti. Già i licenziati in questo settore sono quattromila, così dovrebbero diventare cinquemila. Cappello ha invitato l’Aula ad affrontare quella che ormai è diventata un’emergenza sociale.
Un altro deputato grillino, Stefano Zito, ha denunciato che nella provincia di Siracusa una donna incinta che chiede una visita pubblica viene, di fatto, rinviata ai privati, naturalmente a pagamento. Perché le strutture pubbliche della zona dicono di essere troppo impegnate. Vinciullo, anche lui eletto nel collegio di Siracusa, ha precisato che i Punti nascita non sono più cinque, come ha detto Zito, ma tre. E ha denunciato, a propria volta, che l’ospedale Umberto I di Siracusa, costruito nei primi anni ’60 del secolo passato, non ha una struttura antisismica. E questo in un’area sismica come quella siracusana non è una garanzia per i cittadini. L’intervento di Vinciullo, come è stato osservato da più parti, è importante, perché un giorno il presidente Crocetta e l’assessore alla Salute, Lucia Borsellino, non potranno dire di non sapere.
Nello Musumeci, infine, ha denunciato che, su disposizione del Consiglio di presidenza dell’Ars, i cittadini che vengono in visita per parlare con i deputati non avrebbero accesso nel palazzo, se non in numero limitatissimo. Per non parlare del fatto che alle 21 gli stessi parlamentari vengono invitati a lasciare il parlamento. Si risparmia anche sulle luci?