Per il politico di Rosolini è scattata ancora una volta la legge Severino. Ma i riflessi della storia che l'anno scorso aveva registrato il patteggiamento per la sentenza a favore ottenuta dal Cga potrebbero non essere finiti. Intanto torna a sala d'Ercole la sua fedelissima
Ars, Pippo Gennuso è nuovamente decaduto Torna in Aula Ternullo. «A giugno sarò assolto»
Pippo Gennuso non è più un deputato regionale. La storia si ripete. Il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè ha dato oggi la notizia in Aula, a segnalare la necessità di applicare la legge Severino nei confronti del politico di Rosolini è stata la Corte d’Appello, in seguito al mancato accoglimento del ricorso presentato da Gennuso in seguito al patteggiamento per l’affare legato alla sentenza del Cga che dispose la ripetizione delle Regionali 2012 in alcuni seggi a Pachino e Rosolini. A subentrare al suo posto è la sua fedelissima Daniela Ternullo.
Si tratta del terzo atto di una girandola che vede protagonisti Gennuso e Ternullo. Quest’ultima, infatti, si era già insediata a sala d’Ercole ad aprile dell’anno scorso dopo la prima sospensione in cui era incappato Gennuso. Poi, in estate, il cambio: con il politico di Rosolini che è ritornato in Ars forte del ricorso presentato dopo il patteggiamento. Una decisione, quella di appellarsi, scaturita dal mancato riconoscimento della corruzione nella vicenda della sentenza del Cga. Il reato, infatti, era stato derubricato a traffico d’influenze.
«La storia non finisce qui, il 5 giugno il mio ricorso tornerà in Cassazione – dichiara Gennuso a MeridioNews -. Non lo sto facendo per tenermi il seggio all’Ars, ma perché non voglio vedere macchiata la mia fedina penale. Sono convinto che merito l’assoluzione».