Ars: perché Crocetta e i deputati non raccontano la verità sulla ‘manovrina’, e cioè che i soldi non ci sono?

CONTINUA LA PRESA IN GIRO NEI CONFRONTI DELLE CATEGORIE SOCIALI RIMASTE ALL’ASCIUTTO. GLI STANNO FACENDO CREDERE CHE DOPO LE ELEZIONI EUROPEE LA LEGGE VERRA’ APPROVATA E TUTTI INCASSERANNO. TUTTO FALSO. I 200 MILIONI DI EURO DELLA MANOVRA SE LI E’ PRESI IL GOVERNO RENZI PER LA SCENEGGIATA DEGLI 80 EURO!

Si apre oggi, per la Sicilia, una settimana politica e, forse, parlamentare all’insegna della confusione. In genere, a sei giorni da un importante appuntamento elettorale, Sala d’Ercole non ha mai aperto i battenti. Ma da quando nei ‘Palazzi’ della politica siciliana operano i vari Rosario Crocetta, Giuseppe Lumia e Antonello Montante, tutte le regole sono state sovvertite. Si procede a tentoni, senza un programma preciso. E tutto, anche l’impossibile, diventa probabile.

Mercoledì sembra sia stata convocata una mezza conferenza dei capigruppo. Parlamentari che, a tre giorni dal voto, dovrebbero battere in lungo e in largo la Sicilia alla ricerca di voti, si dovrebbero incontrare a Palermo, nella Sala Rossa di Palazzo Reale, per parlare del nulla mescolato col niente. Sarà così?

Tutto è possibile nella Sicilia di Rosario Crocetta e Giuseppe Lumia. Dove, in ogni caso, almeno fino a domenica prossima, dovrà passare per buona la recita a soggetto improvvisata dalla politica siciliana.

L’obiettivo è quello di far credere a 5 milioni e passa di siciliani che la ‘manovrina finanziaria’ – termine improprio per indicare il disegno di legge sulle variazioni di Bilancio – è stata bloccata dai veti incrociati dei parlamentari dell’Ars.

Ovviamente, questa è la tesi per gli allocchi che debbono votare con la serena e solare convinzione che la ‘manovrina’, dopo le elezioni europee, verrà discussa e approvata dall’Ars dando i soldi a tutti.

Purtroppo le cose non stanno così. Perché dopo le elezioni europee la legge verrà sì approvata dall’Ars, ma i soldi non basteranno per accontentare tutti.

Gli scenari possibili sono due: o verranno pagate alcune categorie, lasciando a bocca asciutta almeno la metà della platea che aspetta i soldi dalla Regione; oppure i soldi verranno divisi tra tutti: e saranno molto meno – circa la metà – di quanto i circa trentamila soggetti si attendono.

Questo avverrà perché il Governo di Matteo Renzi, con la trovata ‘geniale’ degli 80 euro al mese per i cittadini con redditi pari a meno di mille e 500 euro al mese, ha finito di distruggere il Bilancio della Regione siciliana.

Com’è noto, il ‘regalo’ di 80 euro al mese è nominalmente di Renzi, ma i soldi, in Sicilia, li tira fuori la Regione! Una buffonata tipicamente italiana (in parte anche farsesca, perché è stata cancellata la detrazione per il coniuge a carico – trovata del Ministro dell’Economia, Padoan – che riduce a 15 euro il ‘regalo’).

Questo scherzetto da campagna elettorale sta costando alla Regione siciliana oltre 200 milioni di euro. In pratica, la metà e forse più dei soldi che sarebbero dovuti servire per la ‘manovrina’ di variazioni di Bilancio è servita per pagare questa detrazione fiscal-elettorale di 80 euro al mese! Di conseguenza, la ‘manovrina’ in discussione all’Ars è stata rinviata. Facendo credere ai siciliani che si è trattato di una baruffa tra parlamentari. Altra sceneggiata.

Con molta probabilità, dopo il voto di domenica prossima, in Sicilia potrebbero andare in scena novità, anche clamorose. Qualcuna siamo in grado di anticiparla. E riguarda la sanità.

Com’è noto, il Governo regionale, dopo aver acceso, nel giro di dieci giorni, due mutui – uno da 950 milioni di euro e il secondo da oltre 300 milioni di euro – ha provato ad accendere un nuovo mutuo da 100 milioni di euro. Ma è stato bloccato non dalla ragionevolezza, ma dallo spettro di una probabile impugnativa.

Morale: i soldi vanno trovati nelle ‘casse’ sempre più ‘asciutte’ della Regione. Da dove? Stando a quello che abbiamo capito, dalla sanità siciliana. A pagare dovrebbero essere, in buona parte del cliniche private, che l’assessore regionale alla Salute, Lucia Borsellino, sta provando a ‘tosare’ ulteriormente riducendo i posti letto.

La manovra è un po’ folle, perché colpire le cliniche private convenzionate significa togliere posti letto pubblici. Perché le cliniche private convenzionate mettono a disposizione i posti letto per gli ospedali pubblici! Il nuovo taglio dell’assessore Borsellino andrà a creare altri problemi ai medici di Pronto soccorso della Sicilia che avranno meno posti letto disponibili per ricoverare malati!

Insomma: non potendo più tagliare posti letto e servizi negli ospedali pubblici siciliani – pena una rivolta dei medici e degli infermieri, ormai sotto stress da tre anni – il Governo regionale, invece di andare a Roma a battere i pugni sul tavolo, contro un Governo nazionale che ha tagliato al Bilancio della Regione di quest’anno prima un miliardo e 50 milioni di euro per il Fiscal Compact e poi i già citati 200 milioni di euro per la sceneggiata degli 80 euro al mese, sta provando a penalizzare, ancora una volta, i cittadini della Sicilia.

L’atteggiamento del presidente, Rosario Crocetta, e di tutto il Governo regionale è vergognoso. Ma questi signori non hanno ritegno: ormai l’ ‘ascarismo’ è parte integrante del loro ‘Dna’ politico.

Il problema è che il ‘gioco’ al massacro contro i siciliani operato dal Governo Crocetta è stato scoperto. Ed è un ‘gioco’ pericoloso, perché a sei giorni dal voto tutti i siciliani stanno provando sulla propria pelle il peso non di uno, ma di due Governi che fanno a gara per penalizzare la nostra Isola.

Il Presidente del Consiglio, Renzi, che si prende un miliardo e 250 milioni di euro dal Bilancio della Regione di quest’anno; il Governo regionale che annuncia un’ulteriore riduzione dei posti letto nella sanità. Ovviamente, senza toccare gli interessi in buona parte massonici delle grandi strutture sanitarie private non siciliane che operano in Sicilia.

Il tutto con i Comuni siciliani allo sbando, travolti da un indebitamento provocato da tanti fattori, dalla gestione dissennata dei rifiuti alla gestione privata dell’acqua. L’erogazione ‘imminente’ di 42 milioni di euro ai Comuni, annunciata dal Governo regionale, è solo l’ultima trovata elettorale che serve solo a guadagnare sette giorni di tempo.

Forse a dare una ‘scossa’ potrebbe essere la Corte dei Conti per la Sicilia che, dopo le elezioni europee, regalerebbe una una sorpresa che poi una sorpresa non è: la non-parifica del Bilancio regionale 2013.

In questo caso gli scenari possibili sarebbero due: le dimissioni del Governo (o di 46 deputati) o il commissariamento della Regione.


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