Ars, Movimento 5 stelle tagliato fuori dalle presidenze Il primo gruppo di opposizione senza rappresentanza

A una settimana dalla terza mozione di sfiducia presentata nei confronti del governatore siciliano Rosario Crocetta, a tre anni dalla sua elezione a presidente della Regione, l’Assemblea regionale siciliana è ripartita, qualche giorno fa, dalle nuove commissioni parlamentari e dalle nuove presidenze. Da queste, con una scelta di profilo del tutto discutibile, è rimasto fuori il Movimento cinque stelle. Che non ha fatto particolari tragedie dopo che Giampiero Trizzino non è stato confermato alla guida della IV commissione Ambiente.

I grillini sanno infatti che tutto ciò fa gioco e contribuisce a rendere plastico il modello tradizionale della politica, diverso da quello alternativo che pensano di poter proporre. Spartitocrazia o meno, il Pd ha perso un’occasione importante di galateo politico e istituzionale dopo avere fatto il pieno di presidenze e avere piazzato, alcuni mesi fa, Giuseppe Lupo alla vicepresidenza dell’assemblea in seguito all’elezione a europarlamentare di Salvo Pogliese. Continua così a delinearsi, in maniera sempre più netta e distinta, il solco tra il Movimento cinque stelle e il resto della politica che in Sicilia stenta parecchio a proporsi in maniera convincente.

Le fibrillazioni di coalizione e di maggioranza questa volta, rispetto alle precedenti mozioni di sfiducia, sono maggiori e rinnovate, anche se prevedere uno scenario di conclusione della legislatura è quasi proibitivo. Tuttavia, l’aver negato una rappresentanza alla principale forza di opposizione nella gestione di almeno una delle commissioni parlamentari rappresenta davvero un passo indietro nelle regole non scritte e nell’etica della politica

Si apre da oggi, dunque, una settimana in cui dovranno essere risolti ancora una volta diversi problemi che Crocetta si trascina con sé. La titolarità della delega di Luisa Lantieri, infatti, coincide con una serie di questioni che il complicato assessorato della Funzione pubblica deve risolvere: tra questi, l’esodo dei regionali e il relativo ricongiungimento contributivo dei dipendenti che sono confluiti da altri enti nella Regione e che oggi l’Inps non è pronta a riconoscere. Vertenza questa che lo stesso Pistorio, nei mesi scorsi, aveva data per conclusa e risolta. A oggi, invece, i problemi operativi permangono. Il Pd ha un capogruppo nuovo, Alice Anselmo, ma per la prima volta anche un vicario, e pure autorevole, Giovanni Panepinto. Né Gucciardi né Cracolici ne avevano avuto uno accanto. Luca Sammartino ha accettato l’esito del voto del gruppo, ma non intende arretrare rispetto alle posizioni in un futuro che lo vedrà ancora protagonista nei territori. 

Alessandro Baccei, intanto, è volato un’altra volta a Roma per i conti della Sicilia e Antonio Ingroia in Val d’Aosta a provare a recuperare i server ostaggio della Engineering. Il back out informatico in termini di lavoro di alcuni uffici regionali ha creato rallentamenti e ingolfamenti pesanti, anche in funzione delle cifre che si stanno rendicontando, nelle ultime settimane dell’anno, in merito alla spesa europea. Se la società informatica facesse il terzo scherzetto della serie in questi giorni, con i conti da chiudere del 2015, sarebbe un disastro ancora maggiore. Il titolare della delega all’Economia, nel frattempo, ha dichiarato alla Corte dei conti di non avere ancora scelto se utilizzare o meno l’anticipazione di cassa che entro la fine dell’anno verrebbe comunque restituita, mentre si è detto più ottimista rispetto alla trattativa con il governo. E Crocetta? Il governatore siciliano segna il passo, tarda a rilanciare, ma soprattutto guarda con preoccupazione ai prossimi commissariamenti in arrivo, primo fra tutti quello dei rifiuti, che lo stesso Faraone aveva annunciato come possibile ad agosto. Vedremo se manterrà la parola. 


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